Vigili del fuoco di montagna e Forestali svizzeri alla scuola antincendi boschivi della Regione Toscana di Monticiano (Siena) per apprendere le più recenti tecniche di progettazione del fuoco prescritto, di attacco al fuoco e direzione di un cantiere di lavoro.
Si è appena concluso il primo corso di formazione organizzato presso il Centro regionale “La Pineta di Tocchi”, l’unico in Italia dedicato esclusivamente alla formazione antincendi boschivi. Il corso, della durata di una settimana e organizzato dalla Regione con Dream Italia, ha visto la partecipazione di un’ampia rappresentanza del personale forestale e dei vigili del fuoco del Cantone Ticino.
“Siamo orgogliosi di questa settimana che ha visto protagonisti i nostri istruttori nella formazione dei loro colleghi svizzeri. La scuola di Monticiano si conferma così un’eccellenza nel panorama internazionale del settore”, ha commentato l’assessora all’agricoltura Stefania Saccardi.
Le lezioni ai colleghi AIB della Svizzera – tenute dagli istruttori Dream, da tecnici della Regione e dal professor Davide Ascoli, del DISAFA dell’Università di Torino – erano mirate alla progettazione del fuoco prescritto, alle tecniche di attacco al fuoco e alla direzione di un cantiere forestale. Tanti i momenti dedicati, oltre che alle lezioni in aula, al confronto di esperienze professionali e alle esercitazioni pratiche, anche se le condizioni meteo non sono state quelle ottimali per lo svolgimento di veri e propri cantieri nei quali realizzare le prime applicazioni del fuoco e testare le tecniche apprese.
Il fuoco prescritto è un’applicazione consapevole ed esperta del fuoco su superfici pianificate, con adozione di precise procedure operative che hanno l’obiettivo di eliminare il combustibile vegetale più pericoloso per l’innesco e la propagazione di un incendio oppure di gestire e preservare determinati habitat. Si procede solo in presenza di precise condizioni meteorologiche per non rischiare di danneggiare il suolo, la fauna e la vegetazione stessa. Si tratta di una pratica di selvicoltura preventiva ormai consolidata, tanto che i suoi effetti vengono studiati fin dagli anni sessanta, che deve essere utilizzata solo da personale esperto e specificamente formato per intervenire in aree adatte ad essere trattate con questa tecnica, al fine di ottenere risultati coerenti ed integrati con la pianificazione di quel territorio.