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Liberate le lettere mai spedite dall’ospedale psichiatrico di Volterra

I partecipanti al progetto di arte pubblica Corrispondenze Immaginarie hanno trascritto a mano le parole dei pazienti del manicomio. Presto le buste saranno spedite. L’idea, di Mariangela Capossela, mira a raccogliere le risposte che non sono mai potute arrivare

I partecipanti allo scrittoio pubblico - © Eleonora Lopiano

Conclusi i primi scrittoi pubblici nell’ambito del progetto Corrispondenze Immaginarie, iniziativa di arte pubblica di Mariangela Capossela all’interno del programma di Volterra 2022, ideato per celebrare l’anno di prima capitale toscana della cultura. Tra il 10 e l’11 giugno cittadini e studenti si sono riuniti per trascrivere a mano alcune delle lettere che i pazienti dell’ospedale psichiatrico della città scrissero ai familiari tra il 1889 e il 1974, lettere che non giunsero mai a destinazione perché mai spedite dalla struttura. Ora questa corrispondenza simbolicamente arriverà in tutta Italia a chi ne farà richiesta, con la speranza di riprendere un dialogo interrotto. Ci sarà tempo per rispondere fino al 31 dicembre.

Gli scrittoi pubblici

Due giornate intense, dove comuni cittadini, ragazzi e adulti, si sono seduti a un lungo tavolo, muniti di carta e penna, e hanno trascritto le parole dei tanti ricoverati del manicomio di Volterra che mai hanno visto la luce fuori da quelle mura. Una manifestazione di arte pubblica, durata diverse ore, dove il tempo si è al contempo fermato e riavvolto velocemente. Delle buste pronte a partire, timbri che raccontano una storia, strumenti di scrittura da scegliere liberamente – penne a sfera, pennini con inchiostro, penne di canna – e un lungo rotolo di carta dove fermare desideri, confessioni, paure e speranze rimasti inascoltati. A partecipare a questi incontri numerose persone per motivi diversissimi: c’era Alice, giovane assistente sociale originaria di Volterra, con alle spalle una tesi sulla psichiatria e la realtà dell’ospedale volterrano; c’era Lucia, che è arrivata dalla Lombardia vent’anni fa ma sente sua questa storia della città; c’era Adele, spinta dalla curiosità, ma anche dal carico della consapevolezza della sofferenza vissuta da queste persone; poi Maria, che invece ha visto nell’evento un’occasione per scrivere a mano, un’attività che le manca un po’ nel quotidiano. “Scrivere a mano non è poi così scontato”, dice a proposito l’artista Capossela, “è un gesto che ci dichiara presenti, ci permette di lasciare una traccia. Rende visibili le parole, trasforma l’intangibile in tangibile, in più, visto che la scrittura passa attraverso il corpo, porta con sé un aspetto sensoriale molto forte. Per chi scrive, quindi, questi incontri sono un momento delicato a livello emotivo e spirituale”.

Il progetto Corrispondenze Immaginarie

Le parole di Corrispondenze Immaginarie vengono da una pubblicazione, il volume Corrispondenza Negata. Epistolario della nave dei folli (a cura di C. Pellicanò, R. Raimondi, G. Grimi, V. Lusetti e M. Gallevi, Ed. Del Cerro 2008). “La richiesta da parte del direttore artistico di Volterra 22, Paolo Verri, era di lavorare attorno alla memoria dell’ex ospedale di Volterra. Durante il mio primo sopralluogo tra i padiglioni, la sensazione di cesura tra il dentro e il fuori è stata molto forte”, aveva rivelato l’artista. “Nella visita al museo, ho trovato la pubblicazione dedicata alle lettere che non hanno avuto il diritto di uscire e sono rimaste prigioniere per anni di questo archivio clinico. Ho cominciato a leggerle e così è maturata l’idea di trascrivere le lettere e mandarle fuori, chiedendo una risposta a persone desiderose di tessere un dialogo interrotto”.

Le buste di Corrispondenze Immaginarie – © Eleonora Lopiano

Siamo qui per creare memoria per chi è vivo”, commenta Capossela durante lo scrittoio tenutosi nel cortile della pinacoteca di Volterra, “a oggi sono arrivate più di 300 richieste da parte di cittadini in tutta Italia che desiderano ricevere una di queste lettere. Ieri abbiamo scritto nelle classi con i ragazzi del liceo Carducci e la speranza è quella di far adottare il progetto dalle scuole, affidando loro la casella postale delle corrispondenze. Diventerebbe così uno strumento civico”.

Le prime lettere sono già state consegnate lo scorso aprile, durante il concerto di Vinicio Capossela al teatro Persio Flacco di Volterra. A riceverle sono stati, tra gli altri, il sindaco di Volterra Giacomo Santi, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo. Le altre partiranno a breve verso coloro che si sono candidati a riceverle. Le risposte dovranno arrivare poi in una casella postale dedicata, la CP39, intestata a Mariangela Capossela (56048 Volterra PI). C’è ancora tempo per richiedere una delle missive: è sufficiente comunicare la propria intenzione e il proprio indirizzo postale al numero Whatsapp 371 5307708.

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