Dopo il primo capitolo “Scary Movies – vol.I” prosegue il terrificante viaggio nelle colonne sonore dei film horror del musicista fiorentino Francesco D’Elia in arte Kropotkin già nei Sex Pizzul e attualmente violinista de L’Orchestrina di Molto Agevole di Enrico Gabrielli.
Per questa seconda edizione del progetto D’Elia ha scelto cinque film tra i quali spiccano grandi classici (Shining, Vertigo, L’uccello dalle piume di cristallo) e veri e propri cult (Il seme della follia e Strade perdute), tutti legati dal fil-rouge dell’illusione, della follia, e dell’autodistruzione a cui quasi tutti i protagonisti di queste pellicole vanno incontro con spiccata ostinazione.
Il tentativo è quello di trasfigurare i variegati mondi sonori di riferimento in diversi linguaggi, che potessero suggerire una trasposizione onirica delle immagini più che un riarrangiamento del materiale originale.
“Scary Movies – vol. II” è un disco da degustare come un vino pregiato, una “chicca” per intenditori e amanti del genere. L’obiettivo dell’artista è quello di far vivere all’ascoltatore il suo personale film e portarlo in mondi estremi, non sempre accoglienti.
Ecco la nostra intervista a Francesco D’Elia
Per Scary Movies vol.II hai scelto di navigare nel mondo della follia, c’entra per caso il periodo di lockdown che ci siamo fortunatamente gettati alle spalle? Oppure hai lavorato ai pezzi successivamente?
No, per fortuna. Ho lavorato a tutto Scary Movies anche durante il lockdown naturalmente, ma l’orrore di quel periodo era reale e preferivo tenerlo separato da quel mondo immaginario che andavo costruendo. Poi ho sempre detto che a un virus avrei preferito una sana invasione zombie, almeno avrebbe voluto dire correre, scappare, fare qualcosa (vedi “Zombieland”, altro film del mio cuore, sequel compreso).
Obiettivo di ogni viaggio nella follia è ovviamente uscirne sempre, ed uscirne puliti, non a caso il disco si chiude con un bel confortevole accordo di do maggiore
In questo ultimo tuo lavoro noto influenze tra Beach House e gli Air, ma anche qualcosa di dance in “Fauci”, sono ascolti che ti risuonano?
Mi suonano in effetti per alcuni episodi, nonostante sia tanto tempo che non li ho tra i miei ascolti e mi sia rifatto più o meno espressamente ad altri autori. La dance di “Fauci” invece è pienamente calzante.
Il tuo invito all’ascoltatore è quello di farsi un personale viaggio nel mondo sonoro che tu hai delimitato. Il viaggio nella follia può essere pericoloso oppure catartico, tu come pensi che riemergerà chi affronta il tuo disco?
Obiettivo di ogni viaggio nella follia è ovviamente uscirne sempre, ed uscirne puliti, non a caso il disco si chiude con un bel confortevole accordo di do maggiore. Io spero che chi ascolterà il disco abbia semplicemente voglia di andare ancora più a fondo, immergendosi nelle immagini di questi capolavori per poi tornare alla realtà, come quando si riaccendono le luci della sala cinematografica.
Nel tuo viaggio nella follia al cinema noto una mancanza, uno dei miei film preferiti: Allucinazione perversa (Jacob’s Ladder) di Adrian Lyne, forse perchè in questo film il regista si concentra più sulla parte visiva e meno su quella musicale?
Quello di Adrian Lyne è in effetti un grande film con un grande compositore quale Maurice Jarre ma mi ha preso intimamente meno di altre pellicole. Forse lo stile di Lyne (più in altri film, a dire il vero) è sempre stato, a mio avviso, un po’ troppo patinato e poco sanguigno per i miei gusti.
Martin Scorsese una volta ha detto che se non apprezzi l’horror non puoi apprezzare il cinema. Parlando più in generale di film horror non so se ti è capitato di seguire la polemica a Hollywood sull’esclusione dalle nomination all’Oscar di veri e propri capolavori contemporanei come Nope e Pearl. Come mai secondo te l’horror viene considerato ancora un sotto-genere?
Non ho seguito in realtà la polemica riguardo ai film che hai citato, nonostante abbia visto di recente “Nope”, che mi ha confermato la bravura di Jordan Peele, che ho amato sin da “Get Out”. Sbagliatissimo considerare l’horror un sottogenere quando, al contrario, molte volte, può essere l’unico genere con cui narrare vicende estreme e, talvolta, persino reali. Forse l’ultima volta che abbiamo assistito ad un trionfo di qualcosa di vagamente affine all’horror in sede Academy corrisponde al pigliatutto de “Il silenzio degli innocenti” ma potrei sbagliarmi. Ad ogni modo, credo che, quando un’opera risulti realmente inquietante, si tenda, volenti o nolenti, a metterla in un angolo.
Il tuo disco si conclude con un omaggio a Shining di Kubrik un film che continuo a rivedere anno dopo anno e non perde assolutamente niente del suo fascino. Protagonista di questo film è proprio la follia di Jack Torrance, ma non solo, rivedendolo di recente mi sono ritrovata a pensare che uno dei temi fondamentali del film è che a volte ci imbattiamo in eventi che semplicemente non è possibile spiegare, Tu cosa ne pensi? Cosa significa per te questo film?
Kubrick è sempre stato geniale a mettere in forma (attenzione, spesso solo apparentemente) razionale a tutto l’irrazionale; non a caso, “Eyes Wide Shut” è il film decisamente più vicino a “Shining” per molti aspetti. E di “Shining” non dobbiamo cercare alcuna spiegazione razionale in effetti, a partire dall’ultima inquadratura, che sembra spiegare tutto ma in realtà non spiega un bel niente. Amo semplicemente tutto di quel film, spaventosissimo nonostante non ci sia una scena girata al buio, ammaliante nelle sue infinite e labirintiche carrellate e semplicemente perfetto nelle scelte musicali, che mi hanno permesso di scoprire tutti i compositori che amo di più.
Sarebbe bella una serata a tema horror in cui sperimentare l’unione di musica e film, ci sarà qualche locale fiorentino pronto ad accogliere le tue sperimentazioni?
Mi piacerebbe molto, anche se la priorità al momento non è fare live, sto in effetti pensandoci, anche se sarebbe necessaria una parte visuale, volendo anche minimale, con proiezione di semplici immagini fisse che catturino lo spettatore, anche perché non mi pare il caso di risonorizzare intere sequenze. Mettiamo in lista.