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Sant’Anna e Cambridge insieme per studiare l’orologio biologico

La Scuola Sant’Anna di Pisa è impegnata con l’Università di Cambridge in un progetto sulla cronobiologia negli organismi sani e malati

Si chiama cronobiologia ed è lo studio del tempo negli organismi viventi, protagonista di un seminario che si è tenuto ieri a Pisa che ha gettato le basi per una futura collaborazione tra l’istituto di Scienze della vita della Scuola Superiore Sant’Anna e il Laboratory of Molecular Biology dell’Università di Cambridge.
Ogni organismo, tessuto o cellula presenta un orologio interno che scandisce le attività quotidiane nelle 24 ore, sincronizzando la vita ai cicli di alba e tramonto e ciò ha permesso di sviluppare una riflessione su come tessuti e organi siano sincronizzati nel corpo sano e diventino instabili in quello malato.

Fondamentale diventa dunque studiare la resilienza, ovvero la capacità di un organismo di rispondere adeguatamente a uno stress esterno e di come essa sia condizionata dal tempo segnato dal nostro orologio interno. L’incontro e la collaborazione scientifica con Cambridge sono stati facilitati dall’idea di Silvia Barbiero, allieva del quarto anno di medicina, che nel 2018 ha trascorso tre mesi presso l’università britannica, e grazie al supporto di Michele Emdin.

A Pisa era presente anche John O’Neill, il docente di Cambridge che, con il suo team, è fra i leader in questo settore di ricerca e ha contribuito a identificare gli ingranaggi dell’orologio biologico indipendenti dal Dna e a studiarne l’impatto su processi biologici di spiccato interesse medico come la guarigione di lesioni cutanee.
E’ necessario – sottolinea Emdin – rispettare il nostro ritmo cronobiologico attraverso un corretto stile di vita, evitando ad esempio di alterare i cicli luce/buio. Ancor più quando esiste una patologia si debbono somministrare i farmaci stando attenti alla variazioni circadiane fisiologiche dei nostri parametri biologici per ottenere un riequilibrio dei ritmi che la malattia ha alterato”. 

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