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Sanità toscana al top: migliorano 160 indicatori su 235 nel rapporto “Bersaglio”

Il rapporto del Laboratorio management e sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa mostra per il 2023 ottimi risultati

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Migliora la sanità toscana: secondo i dati del “Bersaglio”, il rapporto annuale realizzato dal Laboratorio management e sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, nel 2023 160 indicatori su 235, circa due terzi quindi, sono migliorati o si sono mantenuti stabili rispetto all’anno precedente.
Il rapporto è stato presentato oggi a Firenze durante una giornata di riflessione con manager sanitari e rappresentanti istituzionali sui primi risultati della performance 2023.

Certo le difficoltà non mancano, come racconta nei saluti iniziali l’assessore al diritto alla salute, e le sfide aperte sono più di una: il problema della risorse insufficienti stanziate a livello nazionale e che non tengono conto dell’inflazione e del conseguente aumento dei costi, la sostenibilità del sistema sanitario pubblico universalistico, l’innovazione organizzativa da mettere in campo per rispondere ai bisogni sanitari mutati di una popolazione cambiata e che cambierà nella sua composizione demografica, le liste di attesa.

I dati positivi del rapporto: dalla frattura al femore alla chirurgia oncologica

Si accorciano ad esempio i tempi di intervento nel caso di frattura al femore, dove l’essere più veloci e tempestivi accresce la probabilità di pieno recupero, anche nel caso di soggetti anziani. Le percentuali di interventi realizzati nei primissimi giorni, entro il target ottimale, superano per la prima volta l’80%. Per rimanere sulla qualità e sicurezza delle cure, nel complesso appare positiva la gestione del rischio clinico  e buono e stabile il dato sulle dimissioni volontarie da ricovero a livello regionale.

Dai dati appare anche che il collegamento tra ospedale e territorio sta migliorando e come gli investimenti sulle cure intermedie e di transizione stiano funzionando. Spazi di miglioramento, secondo il Sant’Anna, ancora esistono invece  nell’appropriatezza medica e diagnostica: dall’analisi emergono infatti esami e trattamenti potenzialmente evitabili o non appropriati.

Si riducono, elemento positivo, i parti cesarei  e più tempestivi si sono fatti gli interventi di chirurgia oncologica, merito del lavoro fatto sugli screening, della prevenzione e delle diagnosi precoci.

Per quanto riguarda l’uso dei fondi Pnrr circa l’80% dei lavori previsti in Toscana sono stati avviati. Quanto alla riforma della sanità territoriale l’infermiere di famiglia e di comunità è già una realtà nel 90% del territorio toscano: un infermiere in media ogni 3.253 abitanti, in linea con lo standard nazionale.

Ancora poca attività fisica e molti antidepressivi

Ancora basso, ma in ripresa rispetto allo scorso anno, è il volume di attività fisica adattata, utile a promuovere stili di vita sani negli anziani. Da migliorare anche i tempi di attesa in pronto soccorso nei casi in cui gli accessi diventano un ricovero:  per quattro pazienti su dieci passano più di otto ore.

Sui farmaci si registra un ricorso agli antidepressivi più elevato rispetto al resto d’Italia mentre ancora è limitato il ricorso al controllo del dolore sul territorio.

Cresce anche il tasso triennale di mortalità per suicidi, tornata quasi ai livelli pre Covid. Sul fronte delle liste di attesa il Mes del Sant’Anna registra l’incremento delle prestazioni ambulatoriali offerte (visite ed esami sono molto superiori al 2019) ma critici rimangono ancora i tempi di attesa. Positivi invece i segnali sui ricoveri di chirurgia elettiva.

Sul fronte della digitalizzazione, mentre la Regione è in attesa dell’adozione della piattaforma regionale che sarà unica per tutte le regioni, televisite e prescrizioni digitali appaiono stabili: in crescita le televisite cardiologiche

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