La sanità toscana soddisfa i suoi utenti, è quanto emerge dai risultati dell’osservatorio Prems toscano, promosso dal Laboratorio Management e Sanità della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, che dal 2018 al 2022 ha raccolto le impressioni e i giudizi di oltre 122 mila persone, con circa 35 mila questionari compilati.
Un report, presentato il 9 giugno a Firenze, da cui emerge un giudizio positivo della realtà ospedaliera regionale: l’assistenza ricevuta raccoglie mediamente 89 punti su cento e il 92,4 per cento raccomanderebbe la struttura ad amici e parenti. Per oltre il 66 per cento il giudizio è completamente positivo e solo l’1 per cento si dichiara completamente insoddisfatto. Qualche criticità in più viene rilevata riguardo la valutazione della gestione delle paure, ansie e il coinvolgimento del paziente: l’ottimo si ferma poco sotto il 65 per cento.
“Un patrimonio di informazioni utile a migliorarci. Serve a rispondere alle criticità migliorando l’organizzazione sanitaria, ma anche a valorizzare il personale che costituisce una ricchezza della nostra sanità pubblica”, è il commento dell’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini. “La stragrande maggioranza dei commenti rilasciati ha infatti una valutazione positiva e ai professionisti, medici, infermieri ed operatori socio sanitari, va riconosciuto il merito di questa attenzione positiva al paziente”.
Le criticità emerse dopo la pandemia
Le valutazioni nettamente negative sono pari a circa l’1%, ma la principale criticità si è rilevata nella comunicazione e nella gestione anche delle preoccupazioni, dell’ansia dei pazienti ricoverati. “Questo è un indicatore che dal report emerge in maniera leggermente superiore rispetto alle linee mediane degli altri indicatori. Probabilmente è un indicatore che ha risentito anche degli anni della pandemia, in cui gli elementi di relazione erano un po’ limitati dalle restrizioni che c’erano”, ha spiegato l’assessore.
“Uno degli aspetti critici segnalati dai pazienti – interviene Sabina de Rosis, ricercatrice del MeS al Scuola Sant’Anna – è sicuramente la voglia di essere più coinvolti nelle decisioni che riguardano la salute e il trattamento medico e terapeutico. Chiedono anche maggiore attenzione verso gli accompagnatori dei pazienti, una sensibilità emersa in modo significativo dopo l’emergenza Covid”.