Al via i lavori della nuova casa di comunità in viale Europa a Firenze: finanziato in gran parte con fondi Pnrr per un investimento complessivo di 4,1 milioni, si trova all’intersezione con via Marco Polo. La struttura sorgerà su un’area totale di 2mila metri quadrati su un terreno messo a disposizione dal Comune: la metà sarà occupata da un edificio di tre piani, di cui uno interrato, mentre nei restanti ci saranno spazi verdi e parcheggi. La consegna prevista è a febbraio 2026.
Non solo sanità
All’inaugurazione del cantiere, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha sottolineato come la “casa di comunità diventerà un riferimento, in un’area densamente abitata. Oltre alle funzioni sanitarie, ci sarà quella dell’anagrafe. L’intervento contribuisce a creare quella riforma della sanità territoriale a noi noi aspiriamo offrendo servizi tra cittadino e sistema sanitario sempre più moderni ed efficaci”. Di “potenziamento dell’assistenza territoriale” parla anche l’assessore regionale alla salute, Simone Bezzini.
La sindaca di Firenze Sara Funaro ha evidenziato il lavoro fatto da Regione Toscana, Comune e Azienda sanitaria, osservando che saranno fatti “servizi sanitari e sociali”. “Questa è una zona – ha spiegato – dove sappiamo che è alta la presenza degli anziani, per cui è un servizio importante che darà un’ulteriore risposta aggiuntiva”.
La struttura
Sarà un edificio rettangolare di tre piani, di cui uno interrato, alto complessivamente nove metri per oltre mille metri quadri utile. [/mark]Un presidio aperto sette giorni su sette, notte e giorno, dove troveranno posto ambulatori di medici specialisti, servizi di diagnostica di base, spazi per i medici e pediatri di famiglia e infermieri di comunità, il Cup, assistenza medica di prossimità, il Pua[/mark] (ovvero il punto unico di accesso sanitario e amministrativo), uno sportello e uffici per servizi socio-sanitari come assistenza sociale, prevenzione e assistenza domiciliare e al piano terra ulteriori locali per la continuità assistenziale ma anche altri servizi sociali comunali.
Tutt’attorno, per oltre mille e cinquecento metri quadri, sorgeranno parcheggi per auto e biciclette e un’ampia zona verde. L’intera area è stata messa a disposizione gratuitamente dal Comune di Firenze.
Per realizzare il nuovo edificio – finanziato per 2 milioni e 500 mila euro con risorse del Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza, ed altri 500 mila euro del Fondo complementare regionale – sono stati investiti complessivamente quattro milioni e 120 mila euro. I lavori saranno completati entro febbraio 2026, in poco più dunque di dodici mesi.
“Le case di comunità sono la vera e propria riforma sanitaria che ci permetterà di accrescere i servizi a disposizione dei cittadini sul territorio – commenta Giani – ed offrire rapporti e interlocuzioni con il sistema sanitario moderne, efficaci e di partecipazione: una riforma, nazionale, che si è ispirata al modello della case di salute toscane ed emiliane. Le case di comunità sono infatti case della salute più diffuse, con maggiori servizi e requisiti più strutturati e il ministro Speranza di questo modello fece tesoro e rimase molto colpito quando, in piena pandemia da Covid, visitò la Casa della salute proprio a Firenze alle Piagge”. “Da qui ad un anno – prosegue Giani – sarà pronta anche la Casa della comunità di viale Europa, tra le più grandi che andiamo a realizzare, ma ci sarà anche sul Lungarno Santarosa, c’è già in viale Morgagni e ci sarà a Novoli”.
Le case di comunità in regione
In tutta la Regione sono 77 le case di Comunità che nascerano grazie al Pnrr: costruite ex novo, ristrutturate o allargate rispetto ai precedenti distretti sanitari. Accanto alle case di comunità ci saranno gli ospedali di comunità per le cure intermedie, ventiquattro quelli finanziati con il Pnrr: al momento sono tre gli ospedali di comunità operativi nell’Asl Toscana Centro (a Firenze, Prato e Pistoia) e altri sei lo saranno nei prossimi mesi (a Borgo San Lorenzo, Figline, Monsummano Terme, Signa, San Miniato e Castefiorentino).
L’ultimo tassello delle rivoluzione della nuova sanità territoriale sono le trentasette centrali operative territoriali (Cot) distribuire in tutte la regione, già tutte operative, che funzioneranno come una cabina di regia smistando percorsi e bisogni in base alle esigenze, in modo integrato e semplificando, per i cittadini, procedure a volte ostiche: non solo in uscita dagli ospedali per pazienti che hanno bisogno di cure intermedie, ma anche in entrata, dai territori agli ospedali o tra i vari servizi del territorio.