Diecimila ettari di boschi planiziali dichiarati Riserva della Biosfera dall’Unesco, 6.000 ettari di aree umide di rilevanza mondiale, 30 chilometri di spiagge con dune in evoluzione naturale. Una realtà “fuori misura” che ospita le foci dei due fiumi più importanti della Toscana, il Serchio e l’Arno. Queste le dimensioni del Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli, ricordato tanto per le storiche tenute e fattorie basandosi quanto per gli ambiti geografici e gli habitat naturali di interesse internazionale. I boschi, le acque, le spiagge e le aree agricole nel corso del tempo hanno dato vita ad un sistema autosufficiente e in equilibrio dinamico.
Il parco e villa del Gombo sono stati scelti per ospitare “Siete presente”, l’evento dedicato al decennale di Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani. All’appuntamento, lunedì 18 ottobre, parteciperà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il ruolo delle comunità nella gestione del parco
L’Ente Parco, costituito con legge regionale nel dicembre 1979, amministra il territorio in accordo con la comunità del parco: ne fanno parte i sindaci di Pisa, San Giuliano Terme, Vecchiano, Massarosa e Viareggio oltre che i Presidenti delle province di Pisa e Lucca. Per le attività di conservazione e valorizzazione si avvale del contributo del Comitato tecnico scientifico formato da professori delle tre Università della Toscana e del CNR e, per il controllo, anche delle numerose associazioni ambientaliste e non. Insomma fondamentale il ruolo giocato dalle comunità che vivono il parco nel definire le regole e gli elementi costitutivi per la sua gestione.
Il parco delle tenute e delle fattorie
Fu la presenza di tenute e fattorie nel perimetro del parco a portare all’organizzazione di ingressi, percorsi pedonali, ciclabili, ippici, centri visita, musei, ristori, foresterie, osservatori, centri biciclette, centri canoe, centri ippici. Ieri come oggi sono e saranno ancora queste le strutture che costituiscono i riferimenti, i luoghi ricettivi e organizzativi del Parco per un’economia integrata oggi alla base dei progetti per l’innovation park.
Dal recupero di San Lussorio alla Buca del Mare
A fine 2018, nella tenuta di San Rossore, con i suoi 4.000 ettari sui 24.000 dell’intero parco, è stato avviato il recupero della Chiesa, Canonica ed Oratorio di San Lussorio, utilizzato da sempre per attività in campo sociale e che vede, specialmente in estate, la presenza di molti giovani provenienti dall’estero. Un percorso di valorizzazione e di “democratizzazione” della tenuta culminato con l’apertura di metà della tenuta alla libera fruizione. E’ stato così consentito l’accesso ai sentieri, pur vincolo di “escursione con guida” mentre la parte della tenuta che si affaccia sul mare è rimasta area di assoluta protezione. Nel 2019, è stata aperta una parte della spiaggia, in località “la Buca del Mare”, con una gestione affidata dal Parco al Circolo dei dipendenti: anziani che necessitano di cure elioterapiche per il tramite dei comuni e visitatori nel massimo di 15 gruppi al giorno che prenotano tramite Centro visite. Gli sforzi già portati a termine oggi sono il trampolino di lancio per la trasformazione del Parco nel Next Generation Park.
La Villa amata dai presidenti
Straordinario il contesto per l’evento del 18 ottobre: una villa in legno e vetro sospesa nel vuoto su tripodi di acciaio. Fu costruita tra il 1957 e il 1959 su volere dell’allora presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, su progetto degli architetti Amedeo Luccichenti e Vincenzo Monaco. Un edificio avveniristico per certi versi, di certo anticipa i temi cari alla bioarchitettura. Sorge dove un tempo c’era uno chalet reale ottocentesco edificato dai Lorena e ridotto a rudere dopo la seconda guerra mondiale. Il Gombo è stato luogo di soggiorno di capi di Stato stranieri: tra gli ultimi, nel 1997, il premier britannico Tony Blair. Oggi l’edificio è usato dalla Regione per scopi di rappresentanza: nel 2021 è stata ristrutturata.