La terra, le calde acque termali e il tempo hanno fatto il loro lavoro per più di due millenni, ma adesso la meraviglia di bronzo è riaffiorata e San Casciano dei Bagni continua a riservare sorprese. Questo è quello che gli archeologi sanno e per questo continuano a lavorare per riportare alla luce le straordinarie testimonianze della civiltà etrusca prima e romana poi: la seconda parte dell’ottava campagna di scavo è così alle porte e il 21 agosto prenderà il via fino al prossimo 6 ottobre. Ben sette settimane in cui gli archeologi si addentreranno in quello che sembra essere – nostante qualche voce fuori dal coro – il più grande ritrovamento dopo i Bronzi di Riace.
La prima parte della campagna di scavo, dal 19 giugno al 4 agosto, ha visto il team di archeologi – guidato dal dottor Emanuele Mariotti, direttore di scavo per il Comune di San Casciano dei Bagni, e con la direzione scientifica del professor Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena – indagare i diversi settori che circondano la monumentale vasca sacra, raccogliendo dati fondamentali che permetteranno di ricostruire la lunga e complessa storia del santuario etrusco-romano. L’attività è aperta a studenti, specializzandi e dottorandi con curriculum archeologico e per partecipare è necessario scrivere a mariotti.ema@gmail.com.
“Tutto sta procedendo come previsto, stanno venendo fuori nuove strutture”, ha detto la sindaca di San Casciano dei Bagni Agnese Carletti commentando le attività che hanno interessano il Bagno Grande per allargare l’area dello scavo. Prossimo passo: le ricerche per la scuola di medicina o la clinica che, gli archeologi ne sono sicuri, erano attive intorno al santuario e alle terme curative.
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La scoperta che cambierà i libri di storia
Protetto per 2300 anni dal fango e dall’acqua bollente, un tesoro è riemerso negli ultimi anni dagli scavi di San Casciano dei Bagni in Toscana. Una scoperta che riscrive la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo. Realizzate con tutta probabilità da artigiani locali, le 24 statue si possono datare tra il II secolo avanti Cristo e il I dopo.
Il santuario, con le sue piscine ribollenti, le terrazze digradanti, le fontane, gli altari, esisteva almeno dal III secolo a.C. e rimase attivo fino al V d.C., quando in epoca cristiana venne chiuso ma non distrutto, le vasche vennero sigillate con pesanti colonne di pietra e le divinità affidate all’acqua. È anche per questo che, rimossa quella copertura, gli archeologi si sono trovati davanti un tesoro ancora intatto, di fatto il più grande deposito di statue dell’Italia antica.
La grande mostra al Quirinale
Inaugurata lo scorso giugno al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la mostra dedicata alla grande scoperta – dopo una pausa estiva – riparte dal 2 settembre al 29 ottobre. L’esposizione dal titolo “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano” porta nella capitale le oltre venti statue e statuette, e migliaia di monete in bronzo e ex-voto anatomici.
Il ministero della Cultura ha intanto acquistato la sede del museo nel centro di San Casciano – costata 600 mila euro – a cui si aggiungono i restauri, per un totale al momento di 140 mila euro, e gli espropri dei terreni circostanti allo scavo per consentire di ampliare la ricerca.