“Dopo mesi di indiscrezioni e speranze, siamo entusiasti di annunciarvi che è stata presentata ufficialmente una proposta di concordato per l’acquisto del Castello di Sammezzano”.
Così il comitato Save Sammezzano ha dato su Facebook la notizia che tutti i sostenitori, appassionati o curiosi attendevano da tempo: il Castello di Sammezzano potrebbe tornare presto agli antichi splendori, e forse, finalmente aperto al pubblico .
Il condizionale è d’obbligo ma l’entusiasmo che traspare dalle parole che il comitato ha affidato alla propria pagina Facebook fanno ben sperare che si tratti di una possibilità concreta per la rinascita del Castello.
Dopo vari tentativi falliti susseguitisi negli anni, ci sarebbe infatti una famiglia fiorentina pronta ad acquistare il Castello, un tempo fortezza medievale, ubicato nel comune di Reggello .
“Ci risulta – si legge nella nota del comitato – che questa proposta sia stata avanzata da una solida società che fa capo ad una famiglia imprenditoriale fiorentina che opera a livello internazionale e sarà valutata a breve dal curatore fallimentare. La speranza è che questa iniziativa possa rappresentare la tanto attesa svolta per la salvaguardia e il rilancio di questo gioiello architettonico che ha visto negli anni tanti tentativi arenarsi. La comunità locale e tutti coloro che hanno a cuore il patrimonio culturale possono finalmente guardare con ottimismo a questo possibile nuovo capitolo nella storia del Castello di Sammezzano, auspicando che sia davvero la volta buona per la sua rinascita”.
Sammezzano potrebbe riaprire al pubblico
Una proprietà certa, “solida”, è condizione necessaria per sperare nell’apertura al pubblico del Castello. Necessaria ma non sufficiente. La nuova proprietà, qualora l’operazione di acquisto venisse confermata e successivamente finalizzata, potrebbe anche optare per tenere privato il Castello. Certo sarebbe un peccato ma non sarebbe un caso isolato, anche se, stando alle indiscrezioni delle ultime ore – seppure non confermate ufficialmente – sembrerebbe plausibile sperare in una fruizione pubblica del piano nobile .
Visitare Sammezzano è un sogno per molti e qualcuno è riuscito a realizzarlo anche in tempi piuttosto recenti. Infatti nonostante sia chiuso dagli anni 2000, tra il 2013 e il 2016 sono state organizzate visite guidate proprio al piano nobile ovvero all’ambiente dove il marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, che acquistò nel 1596 il Castello dal Granduca Ferdinando I de’ Medici, introduceva i suoi ospiti per trasportarli nell’atmosfera orientale che il Castello richiama. Si trattava di aperture occasionali e riservate a non più di 800 persone per ogni giornata di apertura.
Oggi questo non è più possibile, Sammezzano è un bene sottoposto ai vincoli della Soprintendenza, motivo per cui ogni attività prevista al suo interno deve rispettare determinati requisiti, di sicurezza ma anche legali, ed ottenere il consenso della Soprintendenza stessa.
Una storia complessa e sfortunata
Quella di Sammezzano è una storia complessa, complessità che ha contribuito ad accrescerne di fascino e di mistero .
Le prime notizie sul sito, come si apprende dal sito internet del comitato, risalgono all’epoca romana: il castello di Sammezzano è “sorto sul luogo dove, tradizionalmente, era presente un fortilizio romano, sui ruderi del quale fu poi costruito un castello medievale” (cit. notifica del Soprintendente Guido Morozzi alla Sammezzano S.p.A. nel 1972).
Ma è la storia degli ultimi 70\80 anni ad avere enfatizzato il mito del Castello per via dei tanti passaggi e cessioni di proprietà con relativi cambi di destinazione d’uso , da deposito dell’Istituto Militare di Firenze durante gli anni della guerra a possibile collegio studentesco (mai realizzato) sotto la “Sammezzano Spa” fino alla riconversione in albergo nel 1974. Il ristorante e l’albergo rimasero attivi per quasi 20 anni, un ventennio nel quale il Castello ha ospitato cerimonie, feste, pranzi di nozze ed è stato anche set cinematografico di numerosi film (in via del tuto eccezionale anche dopo la chiusura ad onor del vero) ma nel 1990 le luci si spengono, il ristorante-albergo cessa l’attività e nonostante le buone intenzioni delle proprietà che si susseguono nei dieci anni successivi, dal 2000 il Castello viene chiuso, una volta abbondonato e lasciato a se stesso diventa anche ostaggio di ladri e malintenzionati. Alla decadenza del luogo corrisponde tuttavia negli anni successivi un periodo di rinnovata attenzione, nata dal basso, verso questo patrimonio storico artistico che c’è la volontà di recuperare. Vengono organizzati convegni, raccolte fondi e nel 2015 nasce il movimento Save Sammezzano che dà un forte contributo nel sensibilizzare l’opinione pubblica sulle sorti e il futuro del Castello anche grazie alle iniziative con il Fai, agli appelli al Ministero, agli interventi di esponenti politici, ecc.
Di pari passo si aprono e si chiudono anche svariate vicende giudiziarie legate alla proprietà, mentre le aste per la vendita e l’acquisto del Castello vanno deserte.
Sammezzano resta chiuso, prigioniero di sé stesso, con buona pace di tutti coloro che ogni anno sperano sia la volta buona per poter visitare questo luogo tanto sfortunato quanto affascinante e desiderato, noto in tutto il mondo per la particolarità ed eccentricità della sua struttura architettonica oltre che per la bellezza delle sue sale.
Questa cronistoria così concentrata, che sicuramente non rende giustizia alla complessità dei fatti che si sono susseguiti, è forse sufficiente a fare capire il perché la notizia di un acquirente “solido” sia carica di aspettative e sia stata accolta con grande interesse.
Ora non c’è che da attendere i futuri sviluppi. Consapevoli che in più di un’occasione le speranze sul futuro di Sammezzano sono state disattese ma con la fiducia che possa finalmente essere la volta buona per restituire dignità a questo luogo meraviglioso e sfortunato .