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Coronavirus: Spallanzani e Toscana Life Sciences insieme per trovare una cura

Al via lo studio per clonare gli anticorpi da pazienti convalescenti con l’obiettivo di sviluppare anche il futuro vaccino

Clonare gli anticorpi monoclonali da pazienti convalescenti per sviluppare la cura contro il Coronavirus ed un futuro vaccino. È il progetto di ricerca nato dall’accordo biennale tra Toscana Life Sciences di Siena e l’Istituto nazionale malattie infettive dell’ospedale Spallanzani di Roma. 
Il gruppo di ricercatori che avvieranno il progetto si chiamerà ‘Vamres Lab’ (Vaccines as a remedy against Anti-Microbial Resistance) e potrà accedere a informazioni e analisi del sangue dei pazienti dello Spallazani con infezione Covid-19 allo scopo di isolare, coltivare e caratterizzare l’agente patogeno.

“Il nostro obiettivo è sempre lo stesso: fare ricerca traslazionale, in grado di produrre risultati utilizzabili a breve termine nell’attività di cura” sottolinea il direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani, Giuseppe Ippolito.
“Gli anticorpi monoclonali umani sono prodotti sicuri, già ampiamente impiegati in terapia tumorale e approvati da tutte le agenzie regolatorie” spiega Claudia Sala, senior scientist di Vamres Lab. L’approccio sperimentale seguito dal gruppo di ricerca prende il nome di Reverse Vaccinology 2.0, ideato da Rino Rappuoli, chief scientist and head external R&D di Gsk vaccines a Siena nonché principal investigator del progetto Vamres.

ricerca
Consiste nel reclutare pazienti convalescenti o guariti da coronavirus e nel prelevarne il sangue che è utilizzato per isolare le cellule B, produttrici di anticorpi monoclonali. Questi ultimi vengono clonati ed espressi in opportuni sistemi cellulari per essere poi testati in saggi in vitro. I saggi includono la valutazione del legame dell’anticorpo al virus e la misura dell’attività neutralizzante dell’anticorpo contro lo stesso virus.

Gli anticorpi monoclonali isolati mediante questo processo sono poi sottoposti ad ottimizzazione molecolare in modo da aumentarne l’affinità e la stabilità. Inoltre, gli anticorpi monoclonali umani possono essere utilizzati come strumento per l’identificazione di nuovi antigeni per velocizzare lo sviluppo di vaccini.
“Malattie emergenti come Sars, Ebola, Zika o Covid-19 sono sempre più frequenti e ci trovano sempre impreparati; in casi come questi è evidente il ruolo strategico che potrebbe ricoprire un centro dedicato alla sicurezza nazionale in grado di sviluppare, e magari anche produrre, sistemi rapidi per la prevenzione e terapia di malattie emergenti il cui impatto sulla salute e sull’economia può essere devastante” conclude Fabrizio Landi, presidente Fondazione Toscana Life Sciences.

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