Ha più di 500 anni ma se li porta benissimo, stiamo parlando del Salone dei Cinquecento la sala più grande e più importante di Palazzo Vecchio a Firenze.
Fu costruito in soli sette mesi, tra il luglio 1495 e il febbraio 1496, da Simone del Pollaiolo detto il Cronaca e da Francesco di Domenico su commissione di Girolamo Savonarola.
Ha una lunghezza di 54 metri, una larghezza di 23 e un’altezza di 18 metri. Per volume è la più grande sala in Italia realizzata per la gestione del potere civile.
La decorazione del soffitto
Cosimo I de’ Medici dopo essere stato nominato Duca (poi Granduca su concessione papale) scelse Palazzo Vecchio come residenza della sua corte e in quel periodo il palazzo subì una radicale trasformazione.
Il Salone dei Cinquecento, da luogo di celebrazione della potenza della repubblica, divenne allora il salone di rappresentanza del duca, dove egli riceveva gli ambasciatori e dava udienza al popolo.
Per accentuare l’imponenza della sala Giorgio Vasari dal 1555 al 1572 innalzò il soffitto di ben 7 metri, coprendo con una struttura a cassettoni magnificamente decorata il sistema delle capriate.
Le capriate furono costruite ingegnosamente, in una doppia serie a livelli diversi: alternativamente una capriata sorregge il peso del tetto ed una trattiene, grazie ad ancoraggi, i cassettoni sottostanti.
Il restauro
Dato che l’ultimo restauro risale al 2000-2001, per salvaguardare la sicurezza e la bellezza del Salone dei Cinquecento è stato annunciato dal comune di Firenze un ampio intervento di monitoraggio di soffitto ed elementi architettonici per una revisione conservativa dell’imponente spazio.
Il progetto prenderà il via tra pochi mesi a cura del servizio Belle arti del Comune, finanziato grazie a una erogazione liberale dell’azienda Pramac nell’ambito del piano Florence I care di restauri e tutela del patrimonio artistico della città.
I lavori – che si svolgeranno a museo aperto – saranno finalizzati alla verifica dello stato di conservazione dei pannelli lignei dipinti da Giorgio Vasari, degli elementi architettonici lapidei o a stucco e delle superfici lapidee o a stucco che caratterizzano l’apparato architettonico decorativo.
L’intervento comprenderà anche la messa in sicurezza di frammenti distaccati trattenuti o meno da vincoli metallici o prossimi al distacco di marcapiani e/o superfici ornate di elementi architettonici lapidei o in stucco e, nel caso che l’operazione non presenti difficoltà esecutive legate allo stato di conservazione del manufatto, si procederà alla riadesione del frammento.
L’intervento sarà preceduto da un’indagine scientifica conoscitiva dalla quale sarà effettuata una mappatura puntuale dello stato di conservazione. Il cantiere durerà sei mesi.