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Riaprire? Rossi non apprezza le ‘strambate’. Ma la Toscana si adegua

In un post scritto all’alba su facebook, il presidente Enrico Rossi ha espresso tutte le sue perplessità sul ‘contrordine’ del governo. ‘Avrei preferito maggiore cautela’

«Diversamente dalle decisioni, comunicate dal presidente Conte ieri mattina, di una ripartenza graduale e di una distanza di due metri per molte attività, ieri sera il governo ha deciso la svolta. O meglio, un vero contrordine». Inizia così il post facebook che il governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha scritto all’alba di questa mattina.

«La distanza si è ridotta notevolmente, ad un solo metro, e l’elenco delle attività da riaprire si è allungato, praticamente a tutte e subito» prosegue Rossi, che ha condiviso il suo pensiero dopo una notte intensa scandita prima dall’intesa tra il governo e le regioni, poi dal decreto ministeriale. Un quadro normativo che coinvolge tutta Italia e che sarà uniforme un po’ ovunque.

Non solo si prevede il distanziamento sociale di un metro, ma si regolano anche gli spostamenti tra i territori: all’interno della regione di residenza (senza certificazione) e dal 3 giugno anche fuori dai confini regionali. Da lunedì, come ha ricordato Rossi, riaprono negozi, centri commerciali e musei.

«La mia opinione era e resta diversa, ma non voglio che la Toscana sia penalizzata rispetto al quadro nazionale di cui comunque, tra poco tempo, quando a fine mese la circolazione tra regioni tornerà libera, finirebbe per risentire annullando gli effetti di eventuali interventi a favore di una maggiore sicurezza» prosegue il Presidente della Toscana. «I nostri dati sono migliori rispetto a quelli di tante regioni, sia in termini di mortalità sia in termini di diffusione e controllo del contagio. Pertanto, oggi, appena saremo in possesso delle disposizioni nazionali, adotteremo, allineandoci, le ordinanze regionali in Toscana».

Per Rossi restano a tutela generale della salute due elementi fondamentali, ovvero «la nostra consapevolezza di cittadini nell’assumere comportamenti appropriati che evitino quanto più possibile la diffusione dei contagi» e «la capacità del servizio sanitario regionale di individuare e isolare i casi positivi».

Il governatore avrebbe preferito maggiore cautela, «ma sono sicuro – aggiunge – che anche in questa nuova fase la Toscana riuscirà bene, e comunque meglio di tante altre regioni le quali, con alle spalle un quadro ben più drammatico, hanno fortissimamente voluto che si riaprisse tutto e subito e con il metro corto. Pur nella consapevolezza delle oggettive difficoltà della situazione, l’impressione è che si proceda a colpi di strambate, a cambiamenti repentini: prima le chiusure tardive e blande per certe realtà, poi blocchi totali a prescindere da ogni altra valutazione e infine aperture che preannunciano e spingono verso una normalità che purtroppo non esiste ancora».

«Il mio timore – scrive Rossi in conclusione – è che così finiamo per lasciare sul campo effetti più pesanti di altri paesi, sia sul piano della salute che su quello economico. Mi auguro sinceramente che non si debba tornare indietro. E che la ripresa delle attività sia realmente anche una ripresa economica. Ma questo è un altro argomento».

 

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