Quando si arriva all’Eremo di Santa Caterina a Rio nell’Elba ci si trova sbalzati in un altro mondo. Lasci l’auto a qualche centinaio di metri, fai qualche passo in mezzo al verde della macchia. Il mare è lontano, segna l’orizzonte.
Poi ecco che appare una piccola chiesa, un tempo luogo di pellegrinaggio dei marinai che qui portavano i propri ex voto, omaggio alla Santa per averli protetti dai pericoli del mare. Poi a metà dell’Ottocento l’abbandono. Questo luogo ha ripreso vita solo trent’anni fa grazie allo scrittore tedesco Hans Georg Berger che ne intuì le rinnovate potenzialità trasformandolo in centro di creazione artistica ed esposizione. L’eremo però oggi è un gioiello incastonato in un progetto più grande, quello dell’Orto dei Semplici e della ‘banca della terra’. Qui si proteggono alcune specie botaniche dell’Arcipelago, le piante autoctone dell’isola come il pero dell’Angelica dell’Elba o il pesco sanguino settembrino.
Però – accanto a questo progetto di salvaguardia della biodiversità – c’è un’altra storia che colpisce, sorprende, incuriosisce. E’ quella di Roberto Ballini, ex ciclista professionista: spingendo sui pedali ha vinto una tappa del Giro d’Italia nel 1969 ed è arrivato quarto alla Milano – Sanremo ma la sua performance da ricordare l’ha scritta sull’isola, dedicando la sua vita al comportamento delle api.
Un uomo che ha corso per anni sulle ali della passione e poi si è fatto travolgere dal fascino della natura. Una felice ossessione che l’ha portato a scoprire – supportato da ricercatori universitari – che con un sibilo acutissimo riesce a paralizzare le api .
“Nel 2004 mi sono accorto che le api si fermano con il suono della voce – racconta. Nel 2006 poi ho conosciuto un fisico tedesco e insieme abbiamo verificato – con strumenti sofisticati – che le api con un acuto tra i 260 e i 400 hertz si calmano ma è arrivati a 290 hertz (come nel caso del mio ‘canto’) che le api si bloccano totalmente. Il loro corpo si ferma ma con le antenne provano comunque a comunicare qualcosa”.
Non si tratta quindi solo di impartire ordini alle api, fermandone il volo. Non si tratta di evitare che possano essere aggressive e pungere l’uomo. Quel che sorprende di Roberto è il dialogo che è riuscito a stabilire con questi insetti. Ci parla, davvero. E loro rispondono, muovono le antenne, provano a farsi capire. E’ a tratti strabiliante e commovente osservarli in silenzio, da lontano per non rompere l’incantesimo.
La natura parla e si fa ascoltare. E’ un equilibrio ritrovato con l’uomo quello che vive e si respira all’Orto dei Semplici, un’equazione perfetta, binari che trovano un punto di incontro.
L’auto sale tra le curve per arrivare fino a Roberto, ti porta più vicino al cielo, ti allontana dal brulicare della ciabatte da vacanza e ti regala una diversa dimensione dell’isola. L’ex ciclista te la racconta con amore quell’anima inedita dell’Elba, ti presenta le sue ‘figlie’, apre le arnie come se fossero la porta di casa sua, ti regala un pezzo del suo mondo che oggi incuriosisce sempre di più le Università, pronte a studiare il ‘canto’ di Roberto, i suoi dialoghi con le api.
Al di là di cosa sapranno scoprire ancora i ricercatori resta la sensibilità di un uomo che ha saputo trovare un punto di contatto con la natura dopo decenni nei quali c’eravamo scordati chi siamo e da dove veniamo. Roberto Ballini ci ha rispolverato la memoria. Grazie di cuore.