“Riunione seria e spirito costruttivo. E naturalmente mi sono voluto presentare come un commissario che svolge quella funzione che l’articolo 5 della Costituzione ci dice: ‘la Repubblica una e indivisibile riconosce e promuove le autonomie locali’ . Se a me il Governo chiede in modo oggettivo di svolgere un incarico di commissario per una finalità di utilità nazionale così evidente, vista la necessità che noi ci creiamo degli impianti per aumentare l’autosufficienza della nostra produzione di gas finalizzata all’energia, io questo ruolo lo devo svolgere. Contemporaneamente voglio che con i sindaci e i rappresentanti del territorio ci sia un costante contatto”.
Lo ha detto il presidente della Regione Eugenio Giani nell’incontro a palazzo Strozzi Sacrati con i sindaci di Piombino, Campiglia, San Vincenzo, Suvereto e Portoferraio e i vari rappresentanti degli enti locali. Presente al tavolo anche l’assessora all’Ambiente Monia Monni.
“Oggi – ha aggiunto il presidente – abbiamo potuto verificare e ragionare insieme di quelle che sono le caratteristiche del progetto e anche fugare alcuni dubbi. Si parla della nave di rigassificazione che arriverà nel mare di Piombino, non di eventuali piattaforme offshore. E’ evidente che vi siano anche una serie di elementi, ad esempio il fatto del circuito chiuso e aperto della nave. I tecnici della Snam ci hanno detto che da un punto di vista ecologico è meglio il circuito aperto perché non ci sono emissioni, limitandosi, il circuito aperto a captare l’acqua senza elementi inquinanti. Poi le considerazioni di carattere politico . Sotto questo aspetto mi pongo di fronte ad un realtà scettica, diffidente e contraria, ma c’è un interesse nazionale che deve essere eseguito e in questo interesse c’è anche il mio impegno ad avanzare al Governo un memorandum in cui il Governo, che chiede questo sacrificio a Piombino, garantisca allora quegli investimenti che da anni erano promessi e non sono stati fatti e che riguardano bonifica ambientale nei luoghi dove le acciaierie hanno prodotto materiale che deve essere rimosso o reso ambientalmente compatibile. Penso anche alle infrastrutture che ci possono consentire di arrivare al porto e alla banchine senza dover passare dal centro di Piombino ”.
Giani ha allargato l’orizzonte anche alle prospettive, a quello che deve essere anche un distretto di energie rinnovabili: idrogeno, eolico, fotovoltaico “perché- prosegue Giani- l’area oggi occupata dalla acciaierie: 900 ettari per la prospettiva di un forno elettrico, in realtà bastano 150 ettari. In questo senso – ha spiegato – l’altro territorio può essere recuperato e indirizzato verso il distretto delle rinnovabili. Ecco, io dal Governo vorrei andare potendo prospettare da un lato il gassificatore per come si propone e dall’altro portare anche l’impegno che venga attuato nei prossimi anni l’interesse di un territorio che va ad avere questo gravame”.
La nave che dovrebbe arrivare a Piombino è attualmente in rotte lontane, è lunga quasi 300 metri per 40 metri di larghezza. La nave sarà agganciata ad un tubo che dovrà essere immesso nel territorio dal porto per 8 chilometri per poi connettersi nella rete nazionale dell’energia del gas. Da qui ad un anno è previsto posizionamento ed entrata in funzione: “Chiederò al governo– ha ribadito il presidente – che l’azione di bonifica non si svolga solo dove c’è il tubo, ma avvenga per tutto quel territorio per cui le bonifiche si chiedono da anni ma non sono mai avvenute“.
Giani ha chiarito anche perché la nave andrà nel porto e non al largo : “Per realizzarla al largo ci vuole più tempo, la Toscana ha già una di piattaforma a 12 chilometri dal porto di Livorno. In questo caso si parla di energia che manca e dobbiamo agire velocemente con un rigassificatore che allo stato attuale arrivi ad integrarsi in tempi brevi con ciò che abbiamo attualmente. Il porto di Piombino è stato scelto perché ha una banchina lunga in grado di ospitare questa nave e ha un pescaggio di 20 metri di profondità”.
Entro 120 giorni dovranno essere raccolte tutte le autorizzazioni necessarie perché l’opera possa procedere.