Due milioni di euro per finanziare assegni di ricerca annuali o biennali: è questa la dotazione del primo bando “Ricercatori a Firenze” , promosso dalla Fondazione CR Firenze per sostenere i giovani ricercatori attivi sul territorio. Il bando, che scade il 7 giugno, promuove lo sviluppo delle carriere dei ricercatori di tutte le aree scientifiche nell’ottica di mantenere le competenze presso le strutture di ricerca locali e contrastare l’emorragia del capitale umano verso l’estero.
Un bando per i ricercatori attivi a Firenze
Il bando infatti sollecita i 21 Dipartimenti dell’Ateneo fiorentino, gli istituti del Consiglio Nazionale per la Ricerca e gli istituti di ricerca pubblici con sede nella Città Metropolitana di Firenze, a presentare progetti di ricerca che rispondano ai settori di interesse della Fondazione e siano coerenti con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
I soggetti che parteciperanno al bando dovranno, in una prima fase, presentare un massimo di tre filoni di ricerca su cui hanno interesse a strutturare un progetto. Un Comitato tecnico-scientifico della Fondazione CR Firenze procederà alla selezione delle proposte che accederanno alla seconda fase, ovvero quella di presentazione del progetto definitivo, sviluppato in base alla tematica scelta dal Comitato nella prima fase. I progetti di ricerca potranno essere di una o due annualità; ciascun assegno annuale ha un valore di 25mila euro.
Un bando contro la fuga dei cervelli
Con questo nuovo bando, che sostituisce il tradizionale “bando generico”, la Fondazione si fa promotrice di uno strumento di erogazione per soli assegni di ricerca e ne determina le aree di interesse.
“Fin dalla sua nascita la Fondazione è impegnata nel sostegno alla ricerca scientifica di base e applicata e, soprattutto negli ultimi anni, al trasferimento tecnologico – sottolinea il direttore generale Gabriele Gori – oltre alla realizzazione di progetti complessi il nostro interesse esplicito è sempre stato quello di supportare i giovani soprattutto nel loro percorso di avvio di carriera accademica post dottorato, momento in cui si verifica quell’emorragia di ‘cervelli’ verso i Paesi che di fatto risultano più attrattivi. Da quest’anno abbiamo deciso dunque di rendere più lineare il nostro programma e, vista l’emergenza che i nostri giovani vivono nella creazione del proprio percorso professionale, destinare solo ed esclusivamente ai ricercatori il nostro contributo. I giovani sono il nostro futuro e abbiamo il dovere di sostenerli costruendo opportunità che li vedano protagonisti nel e per il nostro territorio’’.