Raccontare oggi la Resistenza non attraverso date e battaglie, ma andando a scovare microstorie: i racconti personali, quotidiani, intimi di chi ha vissuto la “storia” in prima persona.
Una Resistenza che esce dalle pagine dei libri di scuola e diventa reale, concreta, umana, con le voci di partigiani, civili, bambini e bambine, ma anche studiosi e studiose.
Questo è l’obiettivo di “Ribelli” il podcast di Lorenzo Tempestini e Enrico Iozzelli che ricostruisce una memoria collettiva attraverso testimonianze dirette, materiali d’archivio e analisi storiche.
In tutto sono sei episodi da circa 50 minuti, frutto di sei mesi di lavoro di ricerca, ascoltabili liberamente sulle principali piattaforme di streaming tra cui Spotify.
Le interviste sono state realizzate direttamente dagli autori durante l’estate del 2024, ma anche selezionate da archivi storici come quello del Museo della Deportazione e Resistenza e di altri istituti locali.
Alcune delle testimonianze più forti arrivano proprio da chi ha assistito all’eccidio più efferato compiuto nella città di Prato: l’impiccagione pubblica di 29 partigiani per mano dei nazisti, avvenuta a Figline il 6 settembre 1944.
Il progetto è accompagnato da un album fotografico di Serena Gallorini, che ritrae i protagonisti le cui voci animano il podcast, disponibile su tutte le piattaforme streaming.
Inoltre per tutto il mese di aprile, gli autori propongono una serie di presentazioni “a domicilio”: incontri più intimi, tra amiche, amici, parenti e conoscenti, per ascoltare insieme estratti del podcast, scoprire il dietro le quinte e riflettere su cosa significa oggi abbracciare i valori della Resistenza.
Per organizzare un incontro si può scrivere alla email lorenzotempestini@gmail.com.

Tutti gli episodi del podcast “Ribelli”
Episodio 1 e 2 – Resistenze
Non una, ma tante Resistenze. Oltre alla lotta armata dei partigiani, il podcast racconta il ruolo fondamentale delle donne, dei civili, degli internati militari, di chi nascose persone perseguitate, salvò archivi, macchinari e opere d’arte. È un viaggio nella resistenza quotidiana, spesso silenziosa, ma altrettanto determinante. Due episodi per aprire uno sguardo più ampio e critico su come la Resistenza è stata raccontata nei decenni, tra memoria pubblica, celebrazioni, rimozioni e revisionismi.
Episodio 3 – “Hai visto? Quelli sono i fascisti”
Com’era vivere sotto il regime? Cosa significava essere antifascisti in un tempo in cui il dissenso poteva costare la vita? Questo episodio esplora l’atmosfera del ventennio attraverso ricordi privati e documenti, ponendo l’accento sulla propaganda, sul clima di paura, ma anche sui piccoli gesti di ribellione quotidiana. Una riflessione su come l’antifascismo fosse, prima di tutto, una scelta morale e personale, fatta spesso in solitudine.
Episodio 4 – Oltre il ponte
È l’inizio della fine. Il racconto dell’ultima azione partigiana prima della Liberazione della città. Nelle ore decisive dell’estate 1944, durante l’ultima battaglia prima della Liberazione della città, trenta giovani vengono arrestati. Sono partigiani, molti giovanissimi, catturati dai nazisti in ritirata. Saranno impiccati il giorno stesso a Figline. Un episodio che racconta il coraggio, ma anche l’amarezza di un sacrificio che precede di poche ore la libertà.
Episodio 5 – L’eccidio di Figline
Il cuore più duro e commovente del podcast. Il 6 settembre 1944, nelle prime ore del mattino, si consuma una delle stragi più atroci della guerra: 29 partigiani vengono impiccati uno dopo l’altro a Figline, per mano di fascisti e nazisti, in un atto di violenza pubblica e simbolica. Poche ore dopo, nel pomeriggio, la città sarà liberata. Attraverso le voci di chi era bambino o bambina e ha assistito alla scena, il racconto si fa intimo, disturbante, potentissimo.
In questo episodio, si analizza anche la metodologia che stava dietro a questa e ad altre stragi nazifasciste avvenute in Italia (Marzabotto/Montesole, Sant’Anna di Stazzema, per citarne due). Un disegno politico e militare preciso, non frutto di “follia” o crudeltà isolata, ma parte di una strategia del terrore mirata a spezzare la resistenza e a punire le popolazioni civili.
Episodio 6 – Custodire il fuoco
Cosa significa ricordare? L’ultimo episodio è un bilancio e una visione. Dalla Liberazione alla scoperta dell’armadio della vergogna, fino al lavoro incessante di chi ancora oggi si prende cura della memoria e cerca giustizia per i crimini del passato. Al centro dell’episodio c’è l’intervista a Marco De Paolis, magistrato militare che ha condotto negli anni Duemila molte delle inchieste sui crimini nazifascisti emersi proprio dopo la riapertura dell’“armadio della vergogna”: il mobile nascosto per decenni in una stanza del Ministero della Difesa contenente centinaia di fascicoli su stragi e deportazioni commesse in Italia tra il 1943 e il 1945. Con il suo lavoro, De Paolis ha riaperto una ferita mai del tutto rimarginata, portando alla luce nomi, date, responsabilità, ma soprattutto ridando voce alle vittime e alle comunità colpite.
