Dal 4 agosto è riaperto a Firenze anche il Museo del Bargello, ‘pantheon’ della scultura rinascimentale fiorentina, che custodisce capolavori di maestri come Michelangelo, Donatello, Verrocchio e molti altri.
Il museo è tornato visitabile tutti i giorni, dalle 8.45 alle 13.30, osservando il turno di chiusura settimanale il martedì (a eccezione della prima giornata di riapertura) e nella terza e quinta domenica di agosto (il 16 e il 30).
Per garantire la visita in sicurezza devono essere rispettate alcune semplici regole come il contingentamento degli ingressi (controllo della temperatura e massimo 150 visitatori per ora), le prescrizioni sanitarie rivolte ai visitatori (uso obbligatorio di mascherine). La chiusura prolungata del Bargello al termine della prima fase del lockdown è stata determinata dalle nuove procedure di visita in sicurezza che hanno reso necessari alcuni interventi ai bagni.
Mentre le sale espositive con i capolavori di Donatello, dei Della Robbia, di Verrocchio, di Michelangelo, di Cellini e di Giambologna presentano inalterato il loro charme originale, la visuale del cortile interno del palazzo sorprende adesso molti visitatori che, di fronte a un ampio ponteggio velato che cela parte delle pareti dell’edificio, potrebbero anche pensare a una sorta di omaggio postumo all’artista Christo e alle sue opere.
In realtà si tratta del segno tangibile di un importante e delicato lavoro di restauro e manutenzione dell’edificio avviato nelle scorse settimane: al fine di ottimizzare il prolungato periodo di chiusura al pubblico, contemporaneamente al rifacimento dei bagni, la direzione ha infatti avviato un’importante revisione conservativa del cortile interno del museo, delle facciate esterne e della torre medievale.
“Il Bargello – spiega la sua direttrice Paola D’Agostino – non è solo uno dei musei più belli di Firenze: è parte imprescindibile della sua storia e vuole consolidare la sua centralità anche nella vita cittadina contemporanea. È importante rafforzare, specie in questo delicato momento storico, il rapporto del museo con la filiera culturale, produttiva e commerciale di Firenze. Per questo stiamo organizzando una serie di incontri con quanti operatori nel settore della ricerca storico-artistica, nel turismo ma anche con gli esercenti commerciali che operano intorno al museo”.