“Nella presentazione della fase 2 ci saremmo aspettati, come avevamo richiesto, attenzione e prospettive sul futuro della scuola, ma soprattutto attenzione ai bisogni dei bambini e delle famiglie“. Non c’è soddisfazione da parte di Anci Toscana per il provvedimento del Governo e le linee guida sulla graduale ripartenza dopo il lungo lockdown per l’emergenza Corona Virus. A parlare è Sara Funaro, responsabile del settore Scuola di Anci Toscana e assessore di Firenze.
“Sono settimane che ci confrontiamo e lavoriamo per elaborare proposte e soluzioni per le scuole, per i servizi educativi e per portare al centro delle attenzioni la scuola, le necessità dei bambini, dei ragazzi e delle famiglie – spiega e aggiunge che Anci Toscana continuerà a chiedere che vengano prese in considerazione ‘le proposte sui centri estivi, su sperimentazioni per i servizi educativi per la fascia 0-6 per dare risposte concrete e in tempi rapidi, ovviamente con tutte le prescrizioni sanitarie necessarie. Bisogna pensare a una ripartenza con il coinvolgimento di tutte le realtà del pubblico e del privato che conoscono le esigenze delle famiglie e dei bambini’.
Neppure a Firenze le disposizioni del Dpcm sono state accolte con favore, tutt’altro. Il vicesindaco Cristina Giachi le ha definite una ‘doccia freccia’ annunciando poi che a Palazzo Vecchio stanno valutando come muoversi nelle pieghe delle attuali disposizioni che sospendono i servizi educativi. ‘I centri estivi non sono espressamente nominati – precisa Giachi, intervenuta ieri ai microfoni di Rai Radio 1 – quindi valuteremo se è possibile lavorare nelle lacune della legge: ci sembra però un espediente di basso livello, noi chiediamo una presa d’atto politica e un rendersi conto che c’è una fetta di popolazione che ha bisogno di attenzione”.
Anche il governatore della Toscana Enrico Rossi, in un post su Facebook – stamani è tornato sull’argomento. ‘Non si devono abbandonare i bambini e i ragazzi – scrive. Non è possibile la ripartenza delle attività produttive e in generale del lavoro senza una soluzione al problema dei bambini e dei ragazzi, della loro educazione e del loro affidamento, almeno per l’età che va dall’asilo nido fino a tutta la scuola media inferiore. Non bastano certo provvedimenti come il bonus o il congedo parentale. Nè si può pensare di lasciare i figli soli in casa o portarli dai nonni. Il problema riguarda più di dieci milioni di cittadini e deve essere affrontato’.
‘La ripresa in sicurezza può e deve essere realizzata – chiosa il presidente della Toscana. Il governo faccia le linee nazionali, metta i finanziamenti, coinvolga le Regioni e i Comuni, si affidi agli insegnanti e agli educatori per elaborare i piani e le iniziative concrete’.