Prende il via a Siena il cantiere per il restauro dell’Allegoria e Effetti del Buono e Cattivo Governo, il ciclo di affreschi realizzati nel 1338 da Ambrogio Lorenzetti nella Sala della Pace del Palazzo Pubblico.
Il restauro è necessario per il monitoraggio delle condizioni della superficie dipinta, a circa trentacinque anni di distanza dalla conclusione dell’ultimo intervento.
Partito nel 2021, il progetto si avvale della consulenza di professionisti del settore, con la collaborazione dell’Università degli Studi di Siena, dell’Istituto di Fisica Applicata “Nello Carrara” del CNR di Firenze e della Soprintendenza SABAP di Siena Grosseto e Arezzo oltre al sostegno del Rotary Club Montaperti, San Casciano-Chianti, Siena, Siena Est e Inner Wheel.
Gli affreschi mai così vicini
Il nuovo cantiere, dopo una prima fase a porte chiuse, verrà aperto al pubblico da ottobre del 2022, con una serie di visite guidate con le quali i restauratori illustreranno il progetto e le strategie messe a punto per la salvaguardia dello straordinario ciclo pittorico, capolavoro della pittura gotica senese.
Per i visitatori sarà anche un’occasione unica per ammirare da vicino, salendo sulle impalcature, il ciclo pittorico che ha contribuito a rendere Siena celebre nel mondo, cogliendo il fascino di dettagli e particolari.
Un cantiere di nuova concezione pensato non solo come laboratorio di indagine e intervento da parte degli addetti, ma anche come luogo della conoscenza e dello studio dell’arte, aperto e fruibile dal pubblico.
La sala del Buongoverno
La sala del Buongoverno o sala dei Nove, come viene anche chiamata, era il luogo dove si riunivano i governanti della città medievale, committenti del manifesto civile e politico che ne occupa le pareti.
I Nove, una delle principali magistrature della Repubblica di Siena, furono in carica dal 1287 al 1355, periodo di massimo splendore politico ed economico per la città.
L’incarico di affrescare la sala andò ad Ambrogio Lorenzetti, all’epoca all’apice della sua maturità, che, insieme a Duccio di Buoninsegna e Simone Martini è stato uno degli indiscussi protagonisti della grande stagione della pittura gotica senese.
Nel ciclo pittorico sono rappresentate le due opposte forme di governo della Democrazia e della Tirannide e i loro opposti effetti sulla città, sulle campagne e sulla vita quotidiana delle persone.
Il pittore si pone come il principale interprete del messaggio dei Nove, creando una perfetta sinergia tra arte e politica dove la lezione di Giotto e la tradizione senese si fondono armonicamente dando forma a concetti etici universalmente riconosciuti.