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La Madonna della Scala e la Battaglia dei Centauri di Michelangelo tornano a splendere

I due bassorilievi sono conservati entrambi nel museo di Casa Buonarroti a Firenze, il restauro e il riallestimento della Sala dei marmi è stato possibile grazie a una donazione della Fondazione Friends of Florence

Si sono da poco conclusi gli interventi di restauro della Madonna della scala e della Battaglia dei centauri, le due opere giovanili che Michelangelo realizzò durante gli anni della formazione al Giardino di San Marco a Firenze, quando aveva appena 15 anni oggi conservate nel museo di Casa Buonarroti a Firenze.

I progetti di intervento sui bassorilievi sono stati realizzati dalle restauratrici Daniela Manna e Marina Vincenti sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato.

Oltre al restauro delle due opere è stato realizzato anche un nuovo allestimento per valorizzarle al massimo in tutto il loro rinnovato splendore.

Sono state progettate nuove strutture metalliche verniciate di color antracite che fanno risaltare i due rilievi. Il racconto di entrambe le opere è affidato a un breve testo molto esauriente sulla storia collezionistica e artistica, realizzato in caratteri color antracite su fondo grigio chiaro sia in italiano sia in lingua inglese. Inoltre una nuova illuminazione a LED consente la lettura delle sculture in ogni dettaglio.

Il restauro e il riallestimento della Sala dei marmi è stato possibile grazie a una donazione della Fondazione Friends of Florence.

“Sostenere il restauro della Madonna della Scala e della Battaglia dei Centauri, due opere giovanili di Michelangelo significa per noi continuare a conservare il patrimonio artistico di questo straordinario maestro che ci ha lasciati capolavori indiscussi della storia dell’arte mondiale. Dopo il restauro e la manutenzione del David, dei Prigioni, del Dio Fluviale e il recente intervento alla Pietà Bandini, la nostra Fondazione è felice di continuare, a fianco degli enti e dei restauratori coinvolti, l’importante lavoro di tutela del patrimonio michelangiolesco – sottolinea Simonetta Brandolini d’Adda Presidente di Friends of Florence – Siamo molto grati a Patricia e Marshall Geller, sostenitori del progetto per la sala e della Battaglia dei Centauri, i signori Maher per il loro contributo per la Madonna della Scala e felici di aver collaborato con Casa Buonarroti.  Ringraziamo pertanto la presidente della Fondazione Cristina Acidini e il direttore del Museo Alessandro Cecchi per la disponibilità e l’entusiasmo con il quale hanno accolto i progetti. Il nostro grazie va anche alla dottoressa Jennifer Celani funzionaria di zona della Soprintendenza ABAP di Firenze e alle restauratrici Daniela Manna e Marina Vincenti che hanno lavorato in perfetta sinergia offrendoci non solo l’occasione di conservare, ma anche di approfondire la conoscenza di questi capolavori così importanti per tutti noi”.

Il restauro

Gli interventi di restauro sono stati prima di tutto l’occasione per uno studio e una riconsiderazione critica delle opere giovanili di Michelangelo, conservate al museo di Casa Buonarroti.

Una campagna diagnostica non invasiva ha accompagnato il restauro facendo emergere ulteriormente su entrambe le opere la maestria dell’artista nel saper ricavare con scalpelli e gradine, dalle stesse superfici lavorate, straordinari effetti cromatici e di luce.

Il nuovo intervento di pulitura è stato funzionale a rimuovere le sottili stratificazioni dei depositi atmosferici che opacizzavano e alteravano cromaticamente i rilievi.

Infatti il colore del marmo delle opere era cambiato a causa dell’alterazione e della penetrazione dei materiali utilizzati durante le calcature ottocentesche (cere, olii, saponi) e dei materiali di restauro utilizzati in passato (cere e solventi come la trementina dal colore leggermente ambrato utilizzata nel caso della Battaglia dei centauri ad esempio).

Dopo l’attuale intervento di pulitura è possibile adesso leggere i bassorilievi in modo chiaro ed armonico.

Cristina Acidini Presidente della Fondazione Casa Buonarroti ha dichiarato: “Ispezionare da vicino le statue in marmo di Michelangelo Buonarroti è sempre fonte di emozione, stupore e accrescimento di conoscenze. L’intervento e la riconsiderazione critica sulla Madonna della scala (1490) e sulla Battaglia dei centauri (1491-1492), i due straordinari rilievi scolpiti da Michelangelo adolescente nel Giardino di Lorenzo il Magnifico a San Marco, dove aveva per maestro l’anziano Bertoldo di Giovanni, l’ultimo assistente di Donatello, sono stati resi possibili dalla generosità dei donatori dell’Associazione Friends of Florence sotto la presidenza di Simonetta Brandolini d’Adda che a nome della Fondazione ringrazio.”

La Madonna della scala e la Battaglia dei centauri 

Il giovane Michelangelo ha scolpito entrambe le due opere durante l’apprendistato nel Giardino di San Marco, sotto la guida di Bertoldo, ultimo allievo e collaboratore di Donatello, scomparso nel 1491, frequentato da artisti e intellettuali della cerchia di Lorenzo il Magnifico.

La Madonna della scala è stata realizzata quando l’artista aveva appena quindici anni.

La composizione è dominata dalla Vergine che occupa tutto lo spazio disponibile col Figlio, di spalle, che si stringe al suo seno in una posa che tornerà in opere più tarde di Michelangelo.

Rimasta alla famiglia dopo la morte di Michelangelo nel 1564, venne ceduta, suo malgrado, da Leonardo, nipote ed erede dell’artista, al duca Cosimo I de’ Medici, insieme a sculture incompiute e rimaste a Firenze come il Genio della Vittoria conservato a Palazzo Vecchio e i quattro Prigioni conservati alla Galleria dell’Accademia.

Tenuta in gran considerazione dal duca come attesta il Vasari nel 1568, fece parte delle collezioni medicee fino al 1616 quando il granduca Cosimo II la restituì, con un gesto di grande munificenza, a Michelangelo Buonarroti il Giovane, pronipote del sommo artista, intento alla sua celebrazione nella Galleria di Casa Buonarroti.

La Battaglia dei centauri fu scolpita fra il 1491 e il 1492. Il soggetto del rilievo fu suggerito al giovane Michelangelo da Agnolo Poliziano, umanista della cerchia di Lorenzo il Magnifico, committente dell’opera, rimasta incompiuta per la sua morte, sopraggiunta l’8 aprile del 1492.

L’artista si rifece o alle Metamorfosi di Ovidio nel passo che tratta della battaglia dei lapiti e dei centauri alle nozze di Piritoo con Ippodamia, o ad un mito connesso alle fatiche di Ercole, secondo cui l’eroe avrebbe liberato Deianira, sua promessa sposa, dalle nozze con il centauro Euritione, ucciso durante una furibonda zuffa con i centauri.

Nelle figure avvinghiate nella lotta, il rilievo si richiama ai sarcofagi classici e, nella sua incompiutezza, fornisce un saggio della perizia del giovane nella lavorazione del marmo a vari livelli di finitura.

Potentissima l’espressività emotiva delle figure, anche di quelle appena accennate: la rabbia dei lottatori, la violenza dei rapitori, il dolore dei colpiti.

Il rilievo è rimasto sempre dei Buonarroti e ha goduto, dal 1614 al 1874, di una collocazione privilegiata sotto l’Epifania del Condivi nella Galleria realizzata da Michelangelo Buonarroti il Giovane per celebrare le gesta del suo illustre antenato e benefattore della famiglia.

Michelangelo, Madonna della Scala dopo il restauro

Casa Buonarroti a Firenze

Michelangelo Buonarroti è nato a Caprese, in provincia di Arezzo, dunque Casa Buonarroti a Firenze non è stata la sua casa di nascita, ma è una delle case dove l’artista visse.

Tra il 1546 e il 1553, Leonardo, nipote di Michelangelo, costruì questo edificio, nel 1612 fu ampliato e restaurato dal figlio, chiamato Michelangelo il Giovane, preservando la sua forma e la sua struttura fino ad oggi.

Nel 1858, un anno dopo la sua morte, l’ultimo discendente di Michelangelo, Cosimo, cedette l’edificio e le sue collezioni alla città e il palazzo fu aperto come museo.

La casa in cui Michelangelo abitava fu per secoli la residenza della famiglia Buonarroti, attualmente un museo con archivi e biblioteche, in questo edificio sono stati raccolti, in memoria del grande artista, una ricca collezione di opere, modelli e schizzi.

Casa Buonarroti si trova a Firenze all’angolo tra via Ghibellina e via Buonarroti, a 5 minuti a piedi dalla Chiesa di Santa Croce.

 

 

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