Si al referendum per abrogare la legge per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario.
Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (voto a favore di Pd, Italia Viva e Movimento 5 stelle e voto contrario di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e gruppo Misto Merito e Lealtà) le due proposte di deliberazione presentate da Partito democratico, Italia viva e Movimento 5 stelle per l’indizione del referendum abrogativo della legge nazionale 86 del 2024. Una prevede l’abolizione totale della legge nazionale, mentre l’altra, predisposta nell’eventualità che l’abrogazione totale non fosse ritenuta ammissibile l’intera abrogazione, ne prevede l’abrogazione di un’ampia parte. Il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo: “chiederemo ai cittadini del nostro Paese di esprimersi perché noi vogliamo un’Italia che non lasci indietro nessuno”.
I quesiti referendari
Con la prima il Consiglio delibera di richiedere il referendum abrogativo ai sensi dell’art. 75 della Costituzione e a norma della legge n. 352 del 1970. Il quesito indicato è il seguente: «Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”?».
La seconda indica il quesito: «Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”, limitatamente alle seguenti parti?» Seguono gli articoli e i commi dei quali si chiede l’abrogazione.
In entrambi i casi, il Consiglio regionale dà mandato al presidente dell’Assemblea legislativa di comunicare la presente deliberazione ai Consigli regionali di tutte le altre Regioni, con invito all’adozione di un uguale atto affinché si possa dare seguito all’iniziativa referendaria.
Giani: “No all’autarchia della Regioni”
“Noi siamo regionalisti convinti, l’articolo 5 della Costituzione è molto chiaro: ‘la Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali’. Il concetto non è l’autonomia differenziata, ma ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, come ci dice l’articolo 116 della Costituzione”, ha detto il presidente della Regione Eugenio Giani. “Con questa riforma – ha aggiunto – si vogliono Regioni quasi a Statuto speciale. Non vogliamo l’autarchia delle Regioni. Il nostro è un concetto di regionalismo equo e solidale. Importante il confronto con i cittadini. Il campo vasto di forze che va da Italia viva al Movimento 5 stelle è nel merito, spero che porti a una prospettiva di verifica di quelle che potranno essere le alleanze. Non vogliamo uno Stato federalista, ma regionalista”.
Respinti gli odg di Fratelli d’Italia
Respinti, invece, i due ordini del giorno presentati dal gruppo Fratelli d’Italia che intendevano impegnare il presidente e l’esecutivo regionale “a proseguire nel percorso di contrattazione con il Governo centrale in merito all’autonomia differenziata, rinunciando alla presentazione della richiesta di referendum abrogativo”. Gli atti, inoltre, volevano impegnare la Giunta “a presentare entro 90 giorni da oggi una relazione specifica ed aggiornata – rispetto alle ipotesi svoltesi nella comunicazione del 17 luglio 2018, sulle materie ex art. 116 e 117 Cost. che potrebbero essere gestite dalla Regione Toscana”. In quella comunicazione il Consiglio regionale aveva approvato una risoluzione che invitava l’esecutivo regionale a proseguire “nell’azione per l’attribuzione della maggiore autonomia portando avanti i passaggi procedurali necessari per giungere all’intesa con il Governo, attivando il coinvolgimento degli enti locali e del Consiglio regionale”.