Rinascono le Reali Poste dopo tre anni e mezzo di accurati restauri. Gli ambienti ottocenteschi delle Reali Poste al piano terra del complesso vasariano e alle spalle della loggia dei Lanzi, sono pronte per ospitare il ristorante degli Uffizi.
Il bando è in rampa di lancio, il menu già definito. Nell’attesa di conoscere il nome dello chef, la fine dei restauri è stata festeggiata alla presenza del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
Come sarà il ristorante degli Uffizi
Il bando per l’assegnazione del ristorante sarà pubblicato nelle prossime settimane. Il menu, spiega una nota, sarà un omaggio alla cucina toscana e italiana: piatti di alta cucina per non dire stellati. Un’area sarà destinata alla pasticceria.
Per accedere a pranzo e a cena al ristorante, che avrà un proprio ingresso sul piazzale degli Uffizi, serviranno il biglietto di giornata oppure l’abbonamento annuale. Le Reali Poste, fino al 2016 saltuaria sede espositiva di mostre, manterranno questa funzione. A rotazione ci sarà sempre in esposizione un’opera selezionata dai depositi del museo.
Storia ed evoluzione delle Reali Poste
Gli Uffici postali centrali, attivi fino al 1917, sono una delle grandi opere di Firenze Capitale: risalgono al 1866 e sono opera dell’architetto Mariano Falcini. Ieri come oggi sono collocati nel settore di ponente del complesso degli Uffizi, nell’area un tempo occupata dalla Zecca fiorentina.
Il binomio arte-buon cibo
Per il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, “non sarà l’ennesimo ristorante in città, ma uno spazio pausa nel museo, per integrare la visita. Aperto anche di sera, questo diaframma tra gli Uffizi e l’esterno unirà i piaceri gastronomici alla raffinatezza dell’architettura ottocentesca delle Reali Poste. E proprio per ricordare l’unità italiana, a parte la scelta toscana saranno proposti piatti di varie regioni d’Italia, così come nel museo, secondo la concezione di Luigi Lanzi, si trovano i capolavori delle varie scuole regionali della Penisola“.
Secondo il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano “il binomio tra cultura e buon cibo è ciò che ha reso grande l’Italia nel mondo ed è naturale che venga riproposto agli Uffizi, in un contesto di grande prestigio che viene così restituito alla comunità dopo anni di chiusura“.
E ha ancora aggiunto: “Devono essere tanti i tasselli che vanno a comporre la nozione di bellezza. E’ anche una grande opportunità di sviluppo per la nostra nazione. L’Italia ha due grandi pilastri, l’impresa e la cultura. L’Italia ha avuto un grande passato, e noi dobbiamo essere coerenti e all’altezza del nostro passato. Da parte mia la vicinanza è fattiva“.
Il futuro della loggia di Isozaki
A margine della presentazione delle Reali Poste c’è stato spazio per parlare anche della loggia di Isozaki. Il ministro Sangiuliano “non esprime una posizione perché un’idea ancora non l’ho definita, la devo studiare, la devo valutare correttamente“. Ma si è chiesto “perché in 23 anni non è stata fatta“, e “quanto sarebbe costato farla nel 1999 e quanto costerebbe oggi? Evidentemente bisogna fare delle valutazioni che sono valutazioni tecniche” ha aggiunto.
“Sulla Loggia Isozaki non si può trattare una cosa così importante da un punto di vista giuridico, economico e culturale, proponendo soluzioni superficiali e abbozzate. Accettiamo la sfida, ma deve essere una sfida seria. Se il governo insiste sul non volere l’uscita degli Uffizi ci deve spiegare qual è l’idea alternativa, e noi siamo pronti ad approfondirla“: la pronta replica del sindaco di Firenze Dario Nardella.
“Occorre uscire un po’ dal tatticismo, non perdersi nelle polemiche sul chi ha fatto e non ha fatto – ha aggiunto -. Noi siamo molto pragmatici e io non sono ideologico. Se il ministro mette sul tavolo una proposta su cui poter lavorare noi la analizzeremo, ma racconti di piante e fioriere al posto di Isozaki penso sia offensivo“.
Nardella ha ricordato che negli ultimi 23 anni si sono susseguiti governi di centrodestra e di centrosinistra. “Credo non si debba fare scaricabarile, visto anche il rapporto con il ministro Sangiuliano. La questione è semplificare la normativa sul codice degli appalti. In questi anni come sindaci abbiamo fatto proposte a tutti i governi e la faremo anche a questo, vedremo cosa faranno” ha concluso.
I direttori stranieri di musei
Sangiuliano è poi tornato su una questione già sollevata nelle scorse settimane: i direttori stranieri. “Alcuni direttori stranieri di musei hanno fatto molto bene e l’italianità non è un prerequisito. Trovo però sorprendente che una decina di istituzioni culturali italiane, dagli Uffizi a Pompei, siano nelle mani di direttori stranieri – ha spiegato – . Quasi a dire che noi non siamo in grado di esprimere, con le nostre università, un direttore. Non voglio nessun sovranismo in questo senso, ma non dobbiamo neanche cadere nel provincialismo opposto, che poi lo straniero è di per se stesso meglio di un italiano“.
Sulla questione delle deroghe al limite dei due mandati per i direttori dei musei, con riferimento al direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, Sangiuliano ha risposto: “Non ho ancora valutato la questione, che prima va valutata in termini giuridici“.
Fdi: “una visita importantissima”
“Quella del ministro Sangiuliano a Firenze è stata una visita importantissima. Parliamo infatti di una delle capitali mondiali della cultura, di una città con un patrimonio storico, artistico e culturale unico. La sua visita agli Uffizi inoltre sottolinea l’importanza che hanno per il governo la nostra storia e la nostra identità. Gli Uffizi sono il museo italiano più visitato al mondo. La loro valorizzazione è fondamentale per la cultura di Firenze, della Toscana e dell’Italia intera“. Così i parlamentari Fdi Alessandro Amorese, Giovanni Donzelli e Paolo Marcheschi, in merito alla visita a Firenze di Sangiuliano.
Le carenze di organico nei musei
C’è “carenza di organico nel complesso museale delle Gallerie degli Uffizi“, ma “la stessa situazione di criticità legata al personale in servizio la si ritrova in egual misura in tutte le realtà del Mic presenti a Firenze e sul territorio della Toscana e riguardano i musei come del resto anche gli archivi, le biblioteche e le soprintendenze territoriali”.
Le segreterie territoriali di Firenze Fp-Cgil Mirella Dato, Cisl-Fp Gabriele Manetti, Uil Pa Massimo Schembri, hanno scritto al ministro della Cultura esprimendo “grande delusione per aver visto nella legge di bilancio nessuna risorsa destinata alle politiche del personale del ministero della Cultura” e chiedendo “un adeguamento serio degli organici alle realtà museali e degli istituti culturali di una città come Firenze, continuando da subito con lo scorrimento della graduatoria del concorso dei 1052 addetti alla fruizione, accoglienza e vigilanza fino al suo completo esaurimento“.