È stata trovata tra le rocce vecchie di 3 milioni di anni del preappennino toscano la più grande spina caudale di razza mai descritta al mondo, sia in animali viventi che in esemplari fossili. Il reperto, lungo 42 centimetri, è stato oggetto di studio da parte del dipartimento di scienze della terra dell’Università di Pisa in collaborazione con il gruppo Avis paleontologia e mineralogia di Scandicci (Firenze) da cui è nata una ricerca che attesta la presenza di razze giganti che, milioni di anni fa, nuotavano nel mare toscano. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista ‘Neues Jahrbuch für Geologie und Paläontologie’, interamente dedicata alle discipline geologiche e paleontologiche.
La spina dei record
Nel lavoro si spiega che da un punto di vista scientifico, le razze sono classificate all’interno degli elasmobranchi, un gruppo di pesci cartilaginei caratterizzati, oltre che dal classico corpo romboidale, dalla presenza di una spina finemente dentellata che si aggancia alla base della sottile coda e che può venir eretta a scopo di difesa da eventuali predatori. Dopo attente analisi sul fossile è stato possibile stabilire che il reperto rinvenuto, con i suoi 42 centimetri, rappresenta la spina caudale di razza più lunga mai descritta: [/mark]considerando che tutte le razze hanno spine caudali inferiori ai 40 centimetri di lunghezza, è realistico immaginare che la spina fossile appartenesse ad una razza che superava i due metri di diametro[/mark].
In Toscana come nel Pacifico
Le giganti dimensioni del fossile conferiscono dunque una grande importanza alla sua scoperta, che costituisce una testimonianza della presenza di razze di dimensioni titaniche, paragonabili a quelle tipiche delle acque tropicali dell’Oceano Pacifico e dell’Oceano Indiano, nel mare pliocenico toscano.