Sfruttare il rame, refrattario al Coronavirus, come arma contro il Covid-19. È questo il progetto dell’azienda Kme Italy, che fa base in Toscana, la cui nuova linea di prodotti ‘SaCup’, in rame, ottone e altre leghe ha ottenuto la certificazione del
laboratorio di virologia dell’Università di Pisa, e potrà essere usata per sbarre di sostegno negli autobus, letti di ospedale, maniglie nei locali pubblici e desk condivisi, superfici solide e regolari che vengono toccate da più mani sono potenziale
veicolo di contagio.
Da Firenze a Fornaci di Barga innovazione anti-Covid
Della ricerca e delle applicazioni in corso nell’industria metallurgica infatti è stato provato che sulle superfici in rame il Covid-19 resiste solo poco tempo.
Kme Italy, quartier generale a Firenze e stabilimento a Fornaci di Barga (Lucca) con 850 dipendenti e un fatturato di 360 milioni di euro, è inoltre al lavoro con l’Istituto di Biofisica (Ibf) di Pisa del Cnr per realizzare nanoparticelle di rame da spruzzare sulle superfici non solide, come gli indumenti.
“L’Università di Pisa – spiega Claudio Pinassi, ad di Kme Italy – ha certificato che un droplet con carico virale Covid-19, su una superficie di rame scompare in 10 minuti, sulla plastica in due giorni. Anche il cartone uccide rapidamente il virus, ma sulle superfici rigide non c’è nulla di efficace come il rame, e la ricerca dell’Università di Pisa ci ha detto anche
un’altra cosa interessante: l’ossidazione non riduce le capacità antivirali, anzi, in qualche caso le aumenta”.
Il rame di Kme negli aeroporti di Malpensa e Linate
Mentre per le nanoparticelle “lo studio è partito sei mesi fa, tra un annetto avremo i primi risultati”, dice Pinassi, già ora maniglie e tubi di sostegno delle navette degli aeroporti di Malpensa e Linate vengono sostituiti con tubi e prodotti SaCup, e sulle sbarre dei carrelli portabagagli viene applicata una pellicola sempre col nuovo brand.