Una cantina ripulita e insonorizzata con i cartoni delle uova, dischi regalati da amici e parenti, microfoni comprati autotassandosi: inizia così l’avventura di Radio Magia, l’emittente libera fondata a Firenze da un gruppo di amici nel 1976 che è al centro del nuovo romanzo dello scrittore fiorentino Valerio Aiolli, uscito nei giorni scorsi per Minimum Fax.
Toppa, Caio, il Gipo e il loro multiforme manager, Caputo, sono alla ricerca di una libertà che non possono e vogliono trovare nel Movimento del Settantasette, dove buona parte dei loro coetanei riversa le proprie energie. La loro Radio Magia è la risposta anarchica, un po’ improvvisata ma decisamente autentica a un bisogno di espressione e di condivisione che già non può più trovare spazio nella militanza politica.
“Questo libro nasce da un’esperienza personale, autobiografica, volevo raccontare la nascita di questo fenomeno abbastanza incredibile, che ormai diamo per scontato, che sono state le radio private, all’epoca libere, che permisero un’apertura di visione e di ascolto della realtà – racconta Valerio Aiolli – questi ragazzi attraverso la loro radio si affacciano al mondo in un momento di forte polarizzazione e affrontano il passaggio all’età adulta, in cui si perde l’ultima innocenza, l’ultima possibilità di pensare che tutto sia possibile e ci si scontra un po’ con la vita”.
Gli anni Settanta e quella generazione rimasta senza voce
Aiolli torna così a raccontare gli anni Settanta, dopo il suo “Nero ananas”, candidato nel 2019 al Premio Strega, ambientato negli anni più bui del terrorismo di estrema destra a partire dalla strage di Piazza Fontana. “Ho iniziato a scrivere Radio Magia mentre concludevo Nero ananas – spiega Aiolli – come se avessi bisogno di alzare ogni tanto gli occhi da quella realtà così plumbea e immergermi in quest’altra storia, dove gli effetti di quella violenza estrema arrivano solo come le ombre nella caverna, come il riflesso di un fuoco.”
“Radio Magia” è un romanzo di formazione fortemente generazionale, che mette al centro gli adolescenti troppo giovani per aver vissuto il Sessantotto e troppo introversi per gettarsi nel movimento del Settantasette, proprio come Aiolli, classe 1961. “Solo una parte di noi, di quella generazione, andò a fare attività politica nei movimenti ed è la parte più raccontata, la più visibile, ma ci fu una maggioranza silenziosa che rimase un po’ schiacciata, annichilita, e cercò di cavarsela come poteva” spiega Aiolli.
E così mentre fuori impazzano le bombe, la strategia della tensione, gli scontri di piazza e il rapimento e poi l’uccisione di Aldo Moro, trauma collettivo per un’intera nazione, nello scantinato di Caputo un gruppo di liceali fa della musica la sua via d’uscita, vive le prime storie d’amore, trasforma Radio Magia in un punto di riferimento per tutti “gli scazzati. Da chi gridava, da chi rapiva, da chi sparava.”
È una ragazza del Movimento a definirli così, perché spiega Aiolli “siete persone che rifiutate di entrare nei canali che noi vi abbiamo approntato ma entrare in quei canali voleva dire accettare una modalità di azione che non era quella che questa generazione sentiva.” La loro è una fuga nel privato che anticiperà l’edonismo degli anni Ottanta ma “ancora con una forte presenza della condivisione, la radio è uno spazio collettivo, da fare insieme, per migliorare non solo loro stessi ma anche quello che hanno intorno, per creare un nuovo luogo di aggregazione e possibilità di scambio”.
L’epopea dell’amicizia nell’adolescenza
E poi naturalmente c’è l’amicizia, quella che arriva dall’infanzia e si affaccia nell’adolescenza, quel tipo di legame indissolubile di cui il protagonista del racconto lungo (e poi indimenticabile film) “Stand by me” di Stephen King da adulto dirà:“Non ho più avuto amici come quelli che avevo a dodici anni. Gesù, ma chi li ha?”
“È l’epopea dell’amicizia nell’adolescenza, quando inizi a mettere un piede fuori dalla famiglia e gli amici diventano la tua nuova famiglia, il tuo nuovo modo di stare insieme agli altri” conclude Aiolli.
Riuniti intorno a Caputo, carismatico ma anche enigmatico compagno, quasi in grado di piegare la realtà alla sua volontà, che sia organizzare il ponte radio in grado di trasmettere le loro voci nell’etere o conquistare la ragazza più bella della città, i ragazzi di Radio Magia crescono insieme, passando da essere sbandati senza uno scopo, dediti a un teppismo quasi ridicolo – come causare un incidente piazzando un bidet in mezzo alla strada – a diventare gli animatori di una realtà viva e autentica, dove grazie alla musica tanti altri possono riconoscersi.