Fauglia oggi è un borgo di origini medievali, noto per essere stato il buen retiro di nobili, letterati e artisti a fine Ottocento. Fa effetto pensare che più di un milione di anni fa, per l’esattezza nel Pleistocene inferiore, al posto della campagna toscana qui ci fosse il mare. Una distesa d’acqua, la costa era molto più arretrata, che ha lasciato traccia del suo passaggio: una scogliera corallina fossile recentemente scoperta da un gruppo di ricercatori delle università Milano-Bicocca e di Pisa. Gli studiosi sono stati impegnati in una ricerca sul campo dedicata all’ambiente marino.
Il ritrovamento è eccezionale per lo stato di conservazione dei fossili. A collaborare alla ricerca, oltre ai ricercatori universitari, il Gruppo Avis Mineralogia e Paleontologia di Scandicci da sempre impegnato a ricercare le origini “marine” della Toscana: proprio il gruppo Avis ha diffuso la notizia della scogliera corallina fossile perfettamente conservata.
“Fauglia un milione di anni fa – spiegano dal gruppo Avis – era una baia marina protetta di acque basse caratterizzata al largo da praterie di piante come l’odierna Posidonia oceanica, molluschi bivalvi e da foche imparentate con l’attuale foca monaca. Più verso costa si sviluppava una scogliera corallina costruita dal corallo Cladocora caespitosa che oggi si trova lungo alcune coste del Mar Mediterraneo, accompagnata da una ricca fauna di molluschi bivalvi (pettinidi e ostriche, ricci di mare e aquile di mare)”.
L’elemento eccezionale di questa scoperta, di grande interesse paleontologico e geologico, risiede nella “perfetta conservazione di un importante ecosistema, oggi molto fragile nel Mediterraneo, fossilizzato: dalla conservazione perfetta di materiale organico (la Posidonia oceanica), alla ricristallizzazione per varie fasi di gusci di coralli e molluschi che costituiscono vere e proprie cavità di rocce con meravigliosi cristalli che sottoposti alla luce ultravioletta rivelano l’eccezionalità del sito” conclude il gruppo Avis.
L’eco dell’eccezionale scoperta ha varcato anche i confini nazionali: lo studio è stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica “Alpine and Mediterranean Quaternary“. Per chi volesse invece ammirare da vicino i fossili raccolti a Fauglia possono essere osservati presso l’esposizione permanente del Gamps a Scandicci.