Anche ad Arezzo e Grosseto arriva la sperimentazione del plasma dei pazienti guariti per curare chi ha contratto il coronavirus. Lo rende noto la Asl Toscana sud est che ha aderito allo studio nazionale Tsunami, acronimo di Transfusion of convalescent plaAsma for the treatment of severe pneumonia due to Sars.Cov2, attivato su indicazione del ministero della Salute e promosso dall’Istituto superiore di sanità e dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco.
Lo studio prevede due istituti che vengono qualificati come ‘principal investigator’ e che sono l’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa e il policlinico San Matteo di Pavia.
“Nella nostra Asl la sperimentazione è in corso da più di 1 mese sia ad Arezzo che a Grosseto – spiega Danilo Tacconi, direttore delle malattie infettive dell’ospedale San Donato di Arezzo -. Abbiamo selezionato un gruppo di pazienti, una ventina per ora tra Arezzo e Grosseto, che in base allo studio vengono suddivisi in 2 gruppi: il ‘braccio’ della terapia standard al quale viene somministrata l’attuale terapia per l’infezione da Sars-Cov2 e quello del trattamento che unisce a questa terapia il plasma. Due somministrazioni, a distanza di 24 ore, di plasma iperimmune donato da pazienti ex Covid che sono guariti. Noi in reparto monitorizziamo il paziente fino al momento delle sue dimissioni. I suoi dati confluiscono nell’archivio nazionale del progetto Tsunami. Saranno quindi messi a confronto i risultati dei due gruppi: quello trattati con il plasma e quello no”.
Per i risultati bisognerà attendere perché saranno elaborati a livello nazionale e Arezzo e Grosseto sono solo anelli di una lunga catena che attraversa l’Italia.
“Un problema – sottolinea Pietro Pantone, direttore del centro trasfusionale di Arezzo – è rappresentato dalle donazioni. Il plasma non si produce ovviamente in laboratorio e quello del protocollo Tsunami può arrivare solo da persone guarite dal Covid. Abbiamo bisogno di donazioni. Le persone devono avere tra i 18 e i 60 anni. Le donne non possono aver avuto né gravidanze né interruzioni di gravidanza. Le donazioni avvengono in assoluta sicurezza. Ci sono una serie di test preliminari e poi il plasma raccolto viene inviato a Pisa per il trattamento. Ritorna quindi ad Arezzo per i pazienti volontari che in malattie infettive hanno accettato di sottoporsi al protocollo Tsunami”.