19 tende pneumatiche modulari, 60 professionisti tra medici, infermieri e volontari e 100 pazienti al giorno: sono questi i numeri del nuovo ospedale da campo di cui si è dotata la colonna mobile della Regione Toscana che potrà essere impiegato in caso di catastrofi anche in contesti internazionali.
Il progetto, possibile grazie ad un investimento di 373.550 euro, finanziato per il 75% dell’Unione Europea e per il restante 25% dal Dipartimento della Protezione civile e dalla Regione Toscana, ha visto l’adeguamento del posto medico avanzato con chirurgia dell’organizzazione di volontariato pisana Gruppo di Chirurgia d’Urgenza, in termini di strumentazioni e dotazioni necessarie, ma anche il reclutamento e la formazione del personale. L’obiettivo di questa iniziativa è stato quello di ottenere la classificazione del modulo sanitario come Emergency Medical Team di Tipo 2 (EMT2) secondo gli standard previsti dall’Organizzazione mondiale della sanità e riconosciuti dall’Europa, una certificazione che permetterà alla nostra Regione e al Paese tutto, di dotarsi di un ospedale da campo che potrà essere attivato e dislocato negli scenari di maxi emergenza non solo in Toscana ma in Europa o nel mondo dove necessario in meno di 48-72 ore.
Questa struttura va così a potenziare la capacità di risposta a livello sanitario del sistema nazionale di protezione civile. Alla presentazione dell’ospedale era presente Fabrizio Curcio, Capo Dipartimento della protezione civile che ha sottolineato come questo ospedale sia: “Un miglioramento di quello che era un modulo di primo intervento sanitario che adesso invece, tramite questo adattamento, sarà certificato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e farà parte dei team pronti a partire in caso di emergenza sanitaria in ambito internazionale. L’Italia tramite questa struttura della Toscana e del GCU potrà partecipare alle operazioni di soccorso internazionali che preverranno da Bruxelles e lo fa con un modulo che ha determinate caratteristiche tecniche e ha determinate capacità operative. Ovviamente questo significa anche rinforzare la capacità nazionale, quindi essere pronti ad emergenze sanitarie a supporto di quella che è la nostra rete nazionale di risposta sanitaria in caso di emergenza di protezione civile“.
In questi due anni, che è stata la durata del progetto europeo, ci si è concentrati sul reclutamento e sulla formazione del personale che potrà essere attivato in caso di emergenza e delle strutture e delle dotazioni necessarie per l’ospedale da campo che ha una autonomia di tre settimane al di fuori dell’Unione Europea e di due al suo interno, con attività h24. Ogni tenda ha un utilizzo specifico dove possono essere allestite un’area ambulatoriale, un’area materna infantile, una zona per il trattamento dei pazienti critici, servizi di degenza, di radiologia, ortopedia e riabilitazione oltre a 20 letti di degenza. L’ospedale da campo è strutturato in moduli ma che garantiscono l’operatività e i dipartimenti di emergenza di un ospedale. Il percorso del paziente è simile a quello che sperimenta il cittadino quando si reca in un pronto soccorso come può essere Careggi o Cisanello. Dopo una prima valutazione al triage viene spostato a seconda della gravità nella parte ambulatoriale oppure nel modulo dedicato alla parte di emergenza-urgenza. Il vantaggio di questa struttura è quello di riuscire a portare il nostro modello di soccorso all’esterno, tutto è trasportabile all’interno di casse su camion o aerei e allestibile all’estero dove necessario.
Come detto, il nuovo ospedale da campo EMT2 è un upgrade del posto medico avanzato con chirurgia dell’organizzazione di volontariato Gruppo Chirurgia d’Urgenza di Pisa. “Il GCU è un gruppo che lavora da 30 anni in questo settore – ci spiega Federico Filidei, presidente del GCU -, con strutture più piccole che rispettavano quelli che erano i dettami dell’Unione Europea. Con l’evoluzione, soprattutto dopo Haiti, la filosofia è cambiata e ci siamo dovuti adeguare a quelli che sono gli standard dell’OMS che hanno imposto dei livelli superiori. Quindi anche in termini di maggiori servizi per la comunità come acqua potabile, bagni, in modo da garantire una risposta più ampia per la popolazione. Il gruppo, grazie alla Regione, all’Unione Europea e al Dipartimento di Protezione Civile, è riuscito a incrementare e a migliorare la propria infrastruttura per arrivare all’EMT2″.