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Progetto Ulisse, a Livorno un percorso di pet therapy per i detenuti

L’attività svolta con gli animali aiuta a ottenere benefici a livello di benessere individuale e facilita l’approccio con gli educatori

Pet theraphy – © Michal Jarmoluk/Pixabay

Quinta edizione per “Progetto Ulisse“, percorso di pet therapy che si rivolge a una quindicina di detenuti della casa circondariale Le Sughere di Livorno. Un ciclo di iniziative teorico-pratiche per offrire ai detenuti le competenze necessarie per l’educazione e la gestione del cane.

Il progetto mira a “promuovere, attivare e sostenere le risorse e le potenzialità di crescita e progettualità individuale, di relazione ed inserimento sociale delle persone in difficoltà” attraverso l’educazione assistita degli animali.

L’iniziativa è organizzata dall’associazione Do Re Miao! con il sostegno economico dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa), il patrocinio del Comune di Livorno. Collabora inoltre la cooperativa Melograno gestore dei servizi del canile municipale di Livorno “La cuccia nel bosco”. Le attività si svolgono all’interno della casa circondariale Le Sughere di Livorno.

I benefici di questa attività

La presenza del cane facilita il dialogo e l’apertura dei soggetti coinvolti in quanto tocca e attiva una sfera di relazione non raggiungibile da altre esperienze. Un’esperienza quasi sempre collegata ad un’immagine positiva e sana di sé -spiegano gli organizzatori-. Il cane, per sua natura socievole e bisognoso di attenzioni, predispone il soggetto coinvolto all’interscambio comunicativo ed emotivo; richiama e convalida competenze acquisite in passato con cani di proprietà e dà prova di fiducia incondizionata. Inoltre stimola il contatto fisico spostando l’asse dell’attenzione dal disagio al benessere, dalla richiestività alla disponibilità. Insomma genera un circuito virtuoso di scambio di informazioni con gli operatori (coadiutori dei cani) che vengono riconosciuti come figure professionali a loro volta non giudicanti in quanto non chiamate a intervenire direttamente sulla persona, se non in senso formativo per quanto riguarda la corretta modulazione dell’incontro con i cani“.

 

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