Si aprono nuovi scenari per il mondo della riabilitazione: attrezzature altamente tecnologiche consentono di attuare percorsi terapeutici personalizzati sui pazienti grazie al progetto REHub. Le dotazioni sono state acquistate nell’ambito dell’iniziativa Rehabilitation Engineering Hub, grazie all’impegno di Fondazione CR Firenze e al bando ‘Grandi Attrezzature’. I nuovi strumenti vanno a potenziare il laboratorio di ricerca congiunto RING@Lab – Rehabilitation bioengineerING and assistive technology LAB, tra l’Università di Firenze, con i suoi dipartimenti di Ingegneria Industriale (DIEF) e di Ingegneria dell’Informazione (DINFO), e il Centro IRCCS della Fondazione “Don Carlo Gnocchi”.
L’impegno della Fondazione CR Firenze
“Il progetto REhub mostra in concreto l’importanza della ricerca scientifica a beneficio della comunità – afferma Gabriele Gori, Direttore Generale di Fondazione CR Firenze -, che è anche una delle nostre principali missioni. La Fondazione mira a sostenere innovazioni in campo medico che guardano sempre più nello specifico alla cura personalizzata sul paziente. Una medicina di precisione che rappresenta il futuro del nostro sistema sanitario, che ha bisogno di strumenti altamente tecnologici per rispondere ad esigenze di decentramento e limitazione delle ospedalizzazioni sempre più impellenti a causa della pandemia”.
La Fondazione ha destinato al progetto circa 460.000 euro: mettendo a disposizione i fondi per l’acquisizione delle attrezzature necessarie a potenziare il laboratorio che vede l’ingegneria al servizio della medicina e fornendo inoltre il capitale umano necessario a portare avanti la ricerca. In un’ottica di potenziamento del laboratorio, Fondazione CR Firenze ha sostenuto cinque assegni di ricerca biennali (2022-2023) grazie al bando ‘Ricercatori a Firenze’ per il progetto R3COVER, il cui obiettivo è la Riabilitazione Robot-assistita per il Recupero di funzioni neurocognitive e motorie.
Il laboratorio RING@Lab
Il laboratorio RING@Lab promuove la sperimentazione di moderne tecnologie, incluse la robotica e l’intelligenza artificiale, per meglio strutturare gli aspetti valutativi (oggettivazione, raccolta dati), per supportare le fasi di trattamento. L’obiettivo è quello di migliorare i tempi di recupero dei pazienti e per monitorare, con sempre maggior precisione, l’andamento delle terapie nonché definire percorsi di cura riabilitativi innovativi e altamente personalizzati, rivolti a pazienti con diverse tipologie di disabilità. Con REHub si massimizza l’integrazione tra le competenze cliniche e quelle bioingegneristiche, per fornire nuove strategie di cura e trattamento innovative, sostenibili e di alto impatto per il territorio.
“Le attrezzature, tra loro complementari, ci permettono di immaginare un percorso continuo dall’ingresso di un paziente con difficoltà motorie nell’istituto fino allo svolgimento della riabilitazione” sottolinea Benedetto Allotta, professore di Robotica dell’Università di Firenze e responsabile del progetto REHub. In particolare sono stati acquistati: uno scanner e una stampante 3D, che servono per acquisire i dati anatomici del paziente e realizzare degli ausili robotici su misura. Tra le apparecchiature ci sono anche sensori di movimento per la rilevazione dei movimenti di mani, arti, busto, grazie a cui è possibile valutare la capacità dei pazienti e i loro progressi nella riabilitazione; gli occhiali per la realtà aumentata, che permettono la realizzazione di scenari virtuali in cui il paziente impara a eseguire i movimenti e a controllare l’esoscheletro; e un sistema per neuro-imaging che rileva l’attività del cervello mediante spettroscopia su vicino infrarosso, durante gli esercizi riabilitativi.
Il sistema di neuro – imaging funzionale è un valido strumento per monitorare il paziente durante le terapie riabilitative e valutare l’attivazione corticale innescata dall’esecuzione dei task riabilitativi, motori e cognitivo-motori. Questo innovativo percorso riabilitativo ha un costo limitato per paziente e consente inoltre di poter eseguire la riabilitazione a casa, senza bisogno di ricovero, con un controllo a distanza che da una parte riduce i costi e dall’altra assicura il prolungamento della terapia a beneficio dei risultati.
Soddisfatto Marco Pierini Prorettore al trasferimento tecnologico, attività culturali e impatto sociale dell’Ateneo fiorentino per l’importante contributo al Laboratorio congiunto RING@Lab e per il sostegno offerto attraverso il bando “Ricercatori a Firenze” che consentirà “a cinque nostri giovani di contribuire alla predisposizione di percorsi di cura riabilitativi innovativi e personalizzati. Questi interventi sono propedeutici a un ripensamento di un servizio assistenziale per il quale l’apporto di competenze dei nostri studiosi si rivela molto prezioso“.
“Il progetto REHub – commenta Francesco Converti, Direttore Generale della Fondazione Don Gnocchi – punta a una riabilitazione sempre più avanzata dal punto di vista tecnologico e attenta nel contempo alle peculiarità e caratteristiche dei pazienti. REHub va nella direzione della personalizzazione delle cure e nel quale entrano in gioco, in maniera complementare, competenze in ambito clinico ed uso efficace delle tecnologie per il recupero fisico di pazienti, anche complessi. Si tratta altresì di un modello vincente di ricerca traslazionale, cioè del trasferimento quasi immediato del know how maturato nei laboratori, in applicazioni concrete e utilizzabili nei protocolli di cura”.