Ha preso il via nel 2024 con un finanziamento europeo di circa 2,6 milioni di euro AcquaPlan, il progetto nato con gli obiettivi di gestire l’impatto dell’inquinamento luminoso e acustico di laghi, fiumi e mari e difendere la biodiversità dei sistemi acquatici.
Sarà l’Università di Pisa a coordinare il partenariato internazionale fino al 2027 con lo scopo di studiare gli impatti e suggerire soluzioni per mitigare questi tipi di inquinamento.
“Negli ultimi decenni sappiamo di più sugli impatti dell’inquinamento luminoso e acustico (Light and Noise Pollution – LNP) sulla biodiversità acquatica – spiega Elena Maggi, docente di Ecologia al Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e coordinatrice del progetto -. Tuttavia, non conosciamo ancora bene gli effetti combinati di questi fenomeni su larga scala e per lunghi periodi di tempo; grazie ad AquaPlan vogliamo colmare questa lacuna”.
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Il team del progetto
Il progetto sarà sviluppato da un consorzio composto da 13 partner provenienti da cinque Stati membri dell’UE (Italia, Spagna, Paesi Bassi, Germania, Irlanda), tre paesi associati a Horizon Europe (Norvegia, Israele, Regno Unito) e un partner associato proveniente da un Paese Terzo (Australia). Il partenariato vede la collaborazione di cinque istituti/centri di ricerca, sei università e due imprese private.
Il campo di azione di AquaPlan (Aquatic Pollution from Light and Anthropogenic Noise: Management of Impacts on Biodiversity) è molto ampio, dal Mare del Nord al Mediterraneo, fino al Mar Rosso.
Coste, fiumi e laghi al centro della ricerca
Saranno studiate, ad esempio, le coste rocciose del Devon e della Cornovaglia nel sud-ovest del Regno Unito, zone caratterizzate da livelli contrastanti di inquinamento luminoso e acustico. Per determinare l’impatto a lungo termine sulle macroalghe e sulle piante acquatiche (come la Posidonia oceanica) saranno monitorati due habitat costieri lungo le coste liguri e toscane, dall’isola di Capraia alle Secche della Meloria.
Ancora più a sud, i livelli di inquinamento acustico e luminoso saranno valutati in città costiere come Eilat (Israele) e Aqaba (Giordania), caratterizzate da una popolazione di decine di migliaia di persone e da complessi industriali lungo i litorali, porti commerciali, militari e turistici per navi da diporto.
Fiumi ed estuari saranno invece al centro delle indagini nei Paesi Bassi, dove si analizzerà in particolare il passaggio dei pesci migratori in riferimento a punti critici quali chiuse o sbarramenti. Non ultimi i laghi in Germania, dove verranno utilizzati sistemi video ad alta risoluzione combinati con strumenti di riconoscimento delle immagini ad alto rendimento attraverso l’uso di Intelligenza Artificiale, per monitorare i movimenti dello zooplancton.