È una Toscana ovattata quella che si appresta ad iniziare la seconda settimana di restrizioni per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Le strade sono silenziose, gli autobus semi vuoti. Le città si sono fermate, in molti, quando la tipologia del lavoro lo concede, lavorano da casa.
Venerdì Firenze si presentava così.
Serrande abbassate con messaggi affissi, poca gente sulla tramvia, Ponte Vecchio come non l’abbiamo mai visto. Due militari di guardia al Duomo ci ricordano che siamo di fronte ad uno dei monumenti più visitati d’Italia. Uno striscione su Palazzo Vecchio rincuora i fiorentini: “andrà tutto bene”, diventa un emblema al pari del Municipio stesso di questi tempi. Simboli che cambiano volto, che acquisiscono nuovi significati. Come le mura di Lucca. Il sindaco Alessandro Tambellini, risultato positivo al Coronavirus, qualche giorno fa lasciava questo messaggio alla sua città.
Oggi (16 marzo) è il lunedì dopo il primo vero fine settimana di chiusure e divieti. Per limitare le occasioni di assembramenti, molti sindaci toscani hanno emesso ordinanze di chiusura di parchi e giardini pubblici; chiusi anche i cimiteri. Alcune abitudini sono state mantenute: il sabato è il giorno della spesa, quelli aperti, con orari ridotti si sono organizzati per gestire il flusso di persone permettendo di mantenere le distanze di sicurezza.
Da Firenze, a Livorno, passando per i piccoli centri nelle città si è cantato alla finestra canzoni intergenerazionali come “Azzurro” e il “Cielo è sempre più blu”. Chitarre, sassofoni, anche i pianoforti hanno lasciato i salotti per spostarsi sui balconi. La cena tra amici del sabato sera è andata online su Skype, sui libri abbiamo tolto la polvere.
I due giorni che ci siamo lasciati alle spalle sono stati sicuramente un banco di prova per testare la capacità di tutti noi nel rispettare le misure contenute nell’ultimo decreto del presidente Conte.
Come è andata? Se questo week end fosse stato un esame e dovessimo oggi darci un voto, forse arriveremmo alla sufficienza scarsa, un cinque e mezzo. Il messaggio e l’urgenza dello stesso sono stati accolti dalla maggior parte delle persone ma l’aria fresca di una domenica di inizio primavera come quella di ieri può essere tentatrice forse più del canto delle sirene.
Ieri pomeriggio alle Cascine di Firenze ancora troppe persone nonostante le volanti della Municipale ricordassero insistentemente al megafono che le uscite sono vietate se non per motivi necessari. Sono state staccate le prime sanzioni e denunce. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, non ci gira intorno: “L’unica vera medicina contro il Coronavirus è l’isolamento” dice anche un po’ arrabbiato nel video-appello dalla sua abitazione dove sta scontando la quarantena. Un messaggio che precede l’ultimo e più recente provvedimento del sindaco di Firenze: “Chiudo i parchi, anche le Cascine”.
Anche il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, è risoluto: “Davanti a una situazione di emergenza sono ancora troppi i comportamenti irresponsabili che mancano di rispetto a tutti gli operatori sanitari, alle forze dell’ordine e alla polizia municipale, ai vigili del fuoco, a coloro che devono lavorare e a tutta la comunità” (VIDEO). Traffico pedonale vietato ai non residenti a Pisa: “È una domenica dove ci viene chiesto un grande sacrificio – afferma il sindaco della città della Torre pendente, Michele Conti (VIDEO) – ma anche io come voi sono a casa“. “Il 90% dei livornesi ha capito di restare a casa” il problema è quel dieci per cento ed è a loro che si rivolge il sindaco Luca Salvetti (VIDEO)
Il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi è andato a verificare di persona con la polizia locale se i suoi cittadini avessero rispettato le direttive: “Nonostante la bella giornata la stragrande maggioranze dei concittadini ha capito di stare a casa, mi sono stati segnalati alcuni furbetti. Ripeto: state a casa. Non dobbiamo mettere in difficoltà il nostro ospedale” (VIDEO). Da Pistoia a Scandicci dove il sindaco Fallani senza mezzi termini dice chiaramente che non si può chiedere alle forze dell’ordine di essere dei cani da guardia. “Sta a noi, alla nostra responsabilità”. E nel video pubblicato sulla sua pagina Facebook fa riferimento anche a quella che sembra diventata la questione del momento: passeggiata si o passeggiata no? Questa la risposa del primo cittadino di Scandicci: “Non è vietato fare una passeggiata ma io vi invito a riflettere sul senso della passeggiata per capire se in questo momento eccezionale sia davvero utile, sia utile aumentare la possibilità anche accidentale di venire a contatto con qualcuno”.
In Versilia, area tra le più colpite dal contagio, sono costanti gli aggiornamenti del sindaco di Viareggio, Giorgio del Ghingaro che ha disposto la chiusura della passeggiata e del lungomare. E spostandoci al sud sono dello stesso tenore di quelli dei loro colleghi gli appelli dei sindaci di Grosseto e Arezzo.
Buon senso, responsabilità. Sacrificio. Anche di questo si tratta. È sicuramente un sacrificio limitare le nostre libertà ma è un sacrificio a cui non possiamo sottrarci. E, ammettiamolo, non è neppure eccessivo: ci è richiesto di stare in casa, di uscire solo per lavoro o per motivate necessità. Ci annoieremo un po’, prenderemo forse qualche chilo in più. Ma nel significato originario la parola latina “sacrificio” non ha solo a che fare con il dolore, è anche una celebrazione del valore della vita. Un’offerta per il bene della società e della patria.