Made in Toscana/

Pitti Uomo, quasi 13 mila compratori nella terza giornata

In crescita sopratutto i buyer internazionali: + 6% rispetto a dodici mesi fa. Napoleone (Ad Pitti Immagine): “In questo momento di incertezza avevamo bisogno di una partenza così”

Pitti Immagine_Firenze 2025

Quasi 12.800 compratori di cui 4.700 provenienti dai mercati esteri . E’ il bilancio alla terza giornata del salone di Pitti uomo in corso a Firenze. Una partenza più che positiva perché, per quanto riguarda i buyer internazionali, segna una crescita del 6% rispetto a dodici mesi fa.

L’umore tra gli organizzatori è alto, tanto che ipotizzano di chiudere questa edizione che si inserisce in un momento molto delicato per tutto il settore, con 5.000 i buyer esteri intervenuti.  Stabili le presenze italiane a 8.000 unità. “Avevamo bisogno di una partenza così – ha detto Raffaello Napoleone, Ad di Pitti Immagine – per uscire da un clima di attesa e di incertezza. La grande parte del merito va agli espositori : primo perché hanno rinnovato la fiducia e l’investimento nel salone; secondo perché hanno portato collezioni di grande qualità produttiva, di ricerca stilistica e con tanti elementi di innovazione”.

I primi paesi in ordine di affluenza sono Germania, Spagna, Regno Unito, Olanda, Turchia, Giappone, Stati Uniti, Francia, Svizzera, Belgio, Russia, Corea del Sud, Cina, Svezia, Canada.

“In giro per i padiglioni e i corridoi ho raccolto molta soddisfazione tra gli espositori – ha aggiunto Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine – sia per la quantità e qualità dei buyers sia per la fisionomia del salone stesso, come piattaforma globale per gli scambi e canale insostituibile di comunicazione, soprattutto nella fase centrale della stagione di vendite. E mi piace rimarcare il fatto che in tanti si siano espressi in termini di sistema e non solo di singola azienda. C’è un sentimento di solidarietà che raramente ho sentito così forte”.

Il comparto insomma sta puntando a fare squadra per superare la crisi del settore moda, senza mai dimenticare la fondamentale missione di valorizzare e farsi traghettatori della moda di qualità, del made in italy per eccellenza. Ieri, per esempio, si è svolto uno special event nella boutique di Firenze di Ferragamo. La maison fiorentina si è affidata ad un artigiano che ha illustrato le 160 le fasi della lavorazione necessarie per realizzare il modello di scarpa Tramezza, un pezzo iconico.

Tramezza prende il nome da uno dei componenti fondamentali della scarpa: uno strato di cuoio spesso e flessibile che viene inserito tra la il sottopiede e la suola, che ha la lo scopo di rendere la scarpa resistente, indeformabile, ma allo stesso tempo flessibile e comoda. Il cuoio di cui è composta la tramezza, essendo un materiale naturale, è in grado di modellarsi sulla sagoma del piede e memorizzarne l’impronta. Per realizzare questo modello servono molte ore di lavoro di un gruppo di artigiani specializzati, che si adoperano nella selezione dei materiali e nel taglio delle pelli, poi l’assemblaggio della tomaia, il montaggio di quest’ultima sulla forma e poi l’inserimento della tramezza, l’elemento distintivo delle scarpe Ferragamo che viene inserita tra la suola e la soletta interna. Dopo viene inserito il cambrione, un componente in acciaio posizionato tra la tramezza e la suola, e poi cucita la suola.

Questa lavorazione, questa artigianalità è esattamente ciò che può fare la differenza per la ripresa del settore.

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