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PrimAnteprima, la Toscana del vino regione virtuosa per controlli e qualità

Un confronto a tutto campo sulle sfide globali dei mercati. Saccardi: “Siamo tra le regioni più sottoposte a verifiche e certificazioni”

primanteprima convegno – ph Ilaria Costanzo-0124

PrimAnteprima restituisce la fotografia di una Toscana del vino pronta ad affrontare nuove sfide. Nella settimana delle Anteprime, nell’attesa che siano le degustazioni delle nuove annate a parlare e a raccontare il lavoro di un anno intero trascorso a lavorare in vigna e in cantina, l’evento promosso da Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze, l’organizzazione è a cura di PromoFirenze, il coordinamento della comunicazione, l’ufficio stampa e i social, sono affidati a Fondazione Sistema Toscana, punta a svelare una realtà troppo spesso nota solo agli addetti ai lavori.

Un’attività fatta di controlli e certificazioni, di verifiche certosine, di ricerca e innovazione per assicurare l’eccellenza del vino Made in Tuscany da comunicare e raccontare. Declinando lo storytelling della Toscana di volta in volta tenendo conto del contesto e dell’interlocutore. Prezioso in un momento dove cambiamento climatico, stili di vita, ventilati dazi Usa e calo dei consumi impongono scelte coraggiose.

Le sfide globali della Toscana del vino

L’occasione per fare il punto è l’incontro a Palazzo Medici Riccardi per PrimAnteprimaIl vino toscano di fronte alle sfide globali: identità, mercati e sostenibilità” moderato dalla giornalista di Intoscana.it Simona Bellocci. A confrontarsi la vice presidente della Regione Toscana Stefania Saccardi, il presidente Avito Francesco Mazzei, il presidente di Camera di Commercio Massimo Manetti e il direttore di Fondazione Sistema Toscana Francesco Palumbo.

Il primo intervento è della vice presidente Saccardi. Dopo una breve analisi degli importanti risultati ottenuti nell’ultimo BuyWine per la prima volta tenuto a Lucca ricorda come “i consorzi sono i grandi protagonisti di questi giorni di anteprime e il nostro vino dimostra di saper stare sui gradini più alti del podio nelle competizioni e nelle guide internazionali ma di fronte alle sfide del futuro non ci si può sedere“.

Gli investimenti della Regione Toscana

Per Saccardi bisogna affrontare le sfide della qualità e dell’innovazione, sapendo però tenere insieme valori e tradizione. Ricorda l’impegno della  Regione rispetto al tema del cambiamento climatico: da qui la scelta di investire sulle risorse idriche 7 milioni per un bando rivolto ai consorzi di bonifica e l’altro bando da 17,3 milioni di euro per le imprese che vogliono realizzare nuovi bacini idrici e recuperare quelli esistenti. Si aggiungono poi i 5 milioni della misura Ocm da destinare per investimenti sul fronte di innovazione e qualità.

Non manca un richiamo alla stringente attualità: dal dialogo che invoca tra produttori e ristoratori per i prezzi Horeca dei vini toscani all’augurio che il governo italiano e la Ue reagiscano in modo unito nel caso che i dazi Usa annunciati dal presidente Donald Trump si concretizzino.

Il cambiamento climatico e le nuove sfide

Contributi video, a cura della redazione di Intoscana.it, vengono trasmessi nella sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi a Firenze per riportare proposte e richieste delle associazioni di categoria dell’agricoltura. Si parla di risorse da destinare a progetti per affrontare il cambiamento climatico: dalle biotecnologie allo studio di cloni più resistenti.

La Regione Toscana non solo ha destinato 28 milioni in queste e altre iniziative sfruttando i fondi OCM ma è riuscita a ottenere ulteriori 4 milioni. Una gestione virtuosa e nel segno dell’efficienza. Saccardi sottolinea che l’Italia ha restituito risorse pari a 98 milioni rimaste inutilizzate. Fondi OCM che potevano essere ripartiti e destinati ad altre iniziative come lei stessa aveva suggerito. Apre inoltre al sostegno di un percorso per individuare Tea e cloni, potendo contare sul supporto di università e Georgofili.

Stop alle derive europee in stile Nutri-score

Mazzei, in qualità di presidente dell’Associazione Vini Toscana DOP e IGP, sottolinea come scelte a livello europeo sembra stiano tentando di distruggere il mondo del vino, un po’ com’è successo al settore automotive: “Siamo preoccupati e il nostro governo e altri governi di peso puntino a scongiurare derive che mettono sullo stesso piano vino e alcolici dove il vino sembra il più colpevole di tutti”.

Saccardi, forte della precedente esperienza in giunta come assessora alla sanità, aggiunge come l’assunzione in maniera smodata di qualsiasi cosa, anche dei farmaci, finisca per fare male. Ricorda i tempi in cui si voleva mettere il semaforo rosso (la classificazione per i prodotti “a rischio” per la salute nota come Nutri-score) sull’olio extravergine d’oliva “quando si parla di potere nutraceutico dell’olio“.

La sensazione, anche questa volta, è che dietro queste scelte ci sia la voglia di colpire alcuni paesi su alcuni prodotti di punta. “Se di fronte a un problema complesso dai una risposta semplice non hai capito il problema” conclude al riguardo la vice presidente.

L’importanza dei controlli e la trasparenza in etichetta

Si aggiungono nuovi contributi video che mettono in luce i frequenti e costanti controlli a cui vengono sottoposti i prodotti agroalimentari Dop e Igp. Vengono illustrati compiti e risultati ottenuti dall’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari in Toscana. Un contributo fondamentale per chi punta a certificare l’eccellenza.

Siamo tra le regioni più controllate, che si prenda la Toscana come bersaglio di critiche mi lascia parecchio perplessa – aggiunge la vice presidente-. Certo, si deve continuare a lavorare su trasparenza delle etichette e la consapevolezza dei consumatori deve crescere ma in questo territorio i vini prodotti seguono precisi disciplinari e rispettare le regole”.

Primanteprima convegno – ph Ilaria Costanzo-0118

Tra l’altro la Toscana è l’unica regione italiana ad essersi dotata dello Schedario viticolo grafico, gestito da Artea: una vera e propria carta d’identità per i vitigni. Con lo schedario è censito con foto, dati e informazioni dettagliate ogni centimetro dei terreni vitati.

Proprio in virtù di questo controllo capillare degli ettari vitati emerge che la Toscana sfrutta il 50% del potenziale delle proprie vigne. “Ci autoconteniamo nella produzione proprio in virtù di un sistema che investe sulla qualità e quindi seleziona” fa notare Saccardi.

Per Mazzei lo schedario viticolo è uno strumento straordinario per il controllo e la tutela che può dare tantissime informazioni su come si muovono i vitigni. “Dati preziosi da poter utilizzare di più e meglio anche per impostare strategie promozionali” si dice certo il presidente di Avito.

Il ruolo giocato dal biologico in Toscana

Un contributo video a cura della redazione di Intoscana.it sottolinea il “peso” del biologico in Toscana dove ormai si parla di una produzione sopra il 37% a fronte del 17% a livello nazionale. “La Regione ha stanziato dei fondi ma c’è una rete di imprenditori che ha accettato di raccogliere la sfida del biologico per ottenere un prodotto di qualità. Voglio rispondere a una certa Europa che dice che l’agricoltura è la prima imputata per emissioni nel mondo, dicendo che si può fare agricoltura senza inquinare e con meno fitofarmaci rispettando l’ambiente e migliorandolo” ribadisce ancora Saccardi.

Il ruolo svolto da Fondazione Sistema Toscana

L’intervento del direttore di Fondazione Sistema Toscana Francesco Palumbo si incentra sul ruolo fondamentale della comunicazione per promuovere l’immagine della Toscana. Ricorda il lavoro svolto da Fondazione Sistema Toscana attraverso format come Moderni contadini a cui si aggiungerà presto Moderni contadini in cucina per seguire la filiera dal campo alla tavola.

Inoltre sottolinea che i video, realizzati dalla redazione di Intoscana.it per PrimAnteprima, sono contenuti a disposizione di consorzi e produttori per comunicare tutti gli aspetti legati al sistema di certificazione e controllo della qualità. Il contributo che FST dà alla Toscana del vino.

Da parte sua Fondazione Sistema Toscana sta portando avanti, come spiega Palumbo, un impegno quotidiano per diffondere notizie e informazioni sul web e sui social di questi e altri contenuti che vengono messi a disposizione pure di  radio e tv toscane, in modo da poter essere utilizzati da telegiornali o trasmissioni d’approfondimento. Un’attività che copre solo una parte dell’ampio lavoro svolto da FST.

Il calo dei consumi e le strategie da adottare

Il presidente della Camera di Commercio Massimo Manetti conferma la preoccupazione per il calo consumi che “si vede in un periodo come questo di bassa stagione dove i locali sono frequentati solo dai fiorentini. Bisogna analizzare queste norme per chi guida in stato di ebbrezza e cercare di modificarle se necessario ma soprattutto lavorare sulla comunicazione, terroristica, con il risultato che si passa da un estremo all’altro: dal troppo al nulla”.

Su questo punto arrivano varie proposte. Mazzei parla anche lui di disinformazione e terrorismo e suggerisce, sul modello di quanto già avviene in tanti paesi europei, un più ampio ricorso alla vendita al bicchiere in ristoranti e locali. Saccardi lancia l’idea di portare a casa la mezza bottiglia, che non si è riusciti a terminare perché si deve guidare. Magari realizzando, in collaborazione con l’assessore al turismo Leonardo Marras e al direttore di Toscana Promozione Turistica Francesco Tapinassi, delle buste con il marchio della Regione dov’è scritto quanto si può bere per rimanere sotto i limiti di legge.

A proposito di comunicazione, soprattutto per quanto riguarda il calo dei consumi e i nuovi stili di vita Mazzei parla di “atteggiamento autolesionista, il mondo del vino si sta assestando, ci sono dinamiche strutturali che porteranno a diminuzione dei comuni soprattutto tra le persone più anziane difficili da recuperare in mercati emergenti come l’Asia e tra i giovani con cui si può e si deve puntare a dialogare. Bisogna lavorare su promozione e comunicazione mirata a certi target, rimuovere alcuni clichè, pensando a vini più snelli e a un consumo in stile più contemporaneo“.

Marcello Masi a PrimAnteprima – foto di Ilaria Costanzo

La Toscana del vino tra storia identità e prospettive

La mattinata è stata aperta dall’intervento del giornalista Rai Marcello Masi su “La Toscana del vino tra storia, identità e prospettive“. Un lungo excursus che parte dalla Mesopotamia e racconta delle imbarcazioni dei mercanti provenienti dall’Armenia. Qui a bordo le botti di vino come racconta Erodoto 2500 anni fa.

Un episodio che ben ricorda il lungo rapporto che intercorre tra l’umanità e il vino fin dalla notte dei tempi. Masi si diverte a ricordare come ogni religione abbia il suo dio delle libagioni, di quanto la parola vino ricorra ben 224 volte nella Bibbia. In Toscana il termine Chianti ha origini etrusche e anche questo è il segno del lungo rapporto tra queste terre e la coltivazione della vite.

Bisogna attendere il Risorgimento -sottolinea Masi- per avere del buon vino. Il merito va alla Marchesa Giulia Falletti di Barolo per il Piemonte e a Bettino Ricasoli per la Toscana che da una parte crea il vino di qualità e dall’altra pone attenzione alla raccolta delle uve e alla pulizia in cantina”.

Non solo: a Ricasoli, aggiunge Masi, si deve quel cambiamento di aspetto del paesaggio che è oggi il marchio di fabbrica della Toscana nel mondo. Invece si deve a Giuseppe Garibaldi il merito di aver suggerito l’uso dello zolfo contro l’oidio della vite, fungo che devastò i vigneti di metà Ottocento in Italia.

Nella storia del vino non può mancare il ricordo di uno dei momenti più bui per le cantine d’Italia: lo scandalo del metanolo da cui però l’Italia seppe ripartire. Oggi le sfide si chiamano cambiamento climatico con il rischio siccità che spinge i produttori di champagne ad acquistare terreni nel nord dell’Inghilterra e ricerca e innovazione per individuare cloni resistenti alla siccità e alle malattie.

Il mercato è sempre più competitivo, sottolinea Masi, ogni giorno ci sono produttori capaci e competenti dall’altra parte del mondo. Italia e la Toscana devono trovare il giusto equilibrio tra export e mercato interno, sottolinea il giornalista Rai. Bisogna lavorare per diffondere la cultura della vite e spingere a tornare a lavorare nei campi per incarichi specializzati come il potatore: molto richiesti e anche molto ben pagati ma le figure formate mancano.

Masi si sofferma a lungo sul concetto di vino naturale che per lui rappresenta un controsenso. “Il vino naturale non esiste, è un prodotto dell’uomo. Io lo chiamerei etico per come è attento alla salute di chi lo beve, per come viene vinificato e per il rispetto delle persone che lo producono” sottolinea. Fondamentale investire sulla qualità, conclude, anche perché è un’ulteriore garanzia per la salute, a patto che il consumo sia moderato e responsabile.

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