Prende il via la ristrutturazione dell’edificio che ospita il Museo Ginori a Sesto Fiorentino, chiuso al pubblico dal maggio del 2014 in seguito al fallimento della Richard-Ginori e dal 2017 proprietà demaniale, affidata alla Direzione regionale musei della Toscana del Ministero della Cultura fino al termine dei lavori.
Per il primo lotto degli interventi di ristrutturazione (la cui durata è prevista in 462 giorni naturali e consecutivi), il CIPE (Comitato Interministeriale Programmazione Economica) ha stanziato 1,9 milioni di euro a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007-2013.
Un ulteriore finanziamento, sostenuto dal Piano Strategico Grandi Progetti Culturali con 5,5 milioni di euro, consentirà il recupero integrale dell’edificio, gravemente danneggiato negli anni di abbandono precedenti all’acquisizione da parte dello Stato italiano, attraverso il restauro e il risanamento conservativo, la riqualificazione edilizia e impiantistica (tesa anche all’adeguamento alle norme in materia di sicurezza, antincendio e adeguamento sismico) e la ridistribuzione degli ambienti interni secondo le nuove esigenze funzionali e museali.
La progettazione del nuovo allestimento museale è affidata alla Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia in accordo con il Ministero della Cultura.
La Fondazione, costituita dal 2019 su iniziativa del Ministero della Cultura, della Regione Toscana e del Comune di Sesto Fiorentino, attualmente gestisce le collezioni e gli archivi del Museo, conferiti in uso dalla Direzione regionale Musei della Toscana, e coordina le attività scientifiche e culturali del Museo.
“L’acquisto da parte dello Stato del Museo aziendale della Richard Ginori e di tutte le sue collezioni artistiche ed archivistiche – ha dichiarato Stefano Casciu, Direttore regionale musei della Toscana – realizzato attraverso una articolata operazione amministrativa in concerto tra il Polo Museale della Toscana (oggi Direzione regionale) e la ex Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, diretta da Alessandra Marino, ha rappresentato il punto di svolta di una lunga vicenda volta a salvare dal degrado e ad acquisire al patrimonio pubblico un complesso museale di eccezionale interesse culturale, artistico, storico e sociale. La Direzione regionale musei della Toscana, coadiuvata dagli uffici centrali del Ministero della Cultura, ha portato avanti con costanza in questi anni le diverse fasi tecniche ed amministrative necessarie per giungere finalmente all’avvio dei lavori di ristrutturazione, dai quali deriverà il nuovo assetto museografico progettato insieme alla Fondazione Ginori. Sono quindi fiero, e grato a tutti i miei collaboratori, per il lungo e difficile percorso condotto fino ad ora nella direzione della riapertura così tanto attesa del magnifico Museo Ginori.”
Soddisfazione anche da parte del Presidente della Regione Toscana che ha ricordato che nella Richard Ginori si intrecciano da tre secoli arte e lavoro, per una storia di eccellenza tutta Toscana che è riconosciuta nel mondo. La Regione, ha proseguito, è impegnata attivamente per la riapertura e per la valorizzazione piena di questo patrimonio, nella convinzione che il Museo Ginori rivestirà il ruolo di primo piano che merita nell’offerta museale della Toscana, a beneficio del pubblico da tutto il mondo, ma anche della comunità della Piana artefice di questa storia straordinaria.
Il Museo Ginori
Realizzato nel 1965 su progetto dall‘architetto Pier Niccolò Berardi, che lo aveva immaginato come uno scrigno perfetto per conservare i gioielli della collezione Ginori dopo la chiusura dell’antica sede della Manifattura di Doccia (1957), l’edificio che ospita il Museo Ginori è un importante esempio di architettura razionalista, che nelle forme e nella distribuzione dello spazio ricorda da vicino la Stazione di Santa Maria Novella di Firenze, alla cui progettazione Berardi aveva lavorato trent’anni prima insieme al maestro Giovanni Michelucci.
Nato insieme alla Manifattura di Doccia e all’interno degli edifici destinati alla produzione, il Museo Ginori è stato per quasi trecento anni un museo d’impresa, pensato dal fondatore, il marchese Carlo Ginori, come il contenitore privilegiato della bellezza che la sua fabbrica era in grado di creare. Il museo custodisce tre secoli di storia del gusto e del collezionismo, rappresentando un unicum a livello internazionale grazie alla ricchezza e alla continuità storica del suo patrimonio, che custodisce la memoria artistica, sociale ed economica della più antica manifattura di porcellana ancora attiva in Italia.
La raccolta include rari manufatti del primo periodo, ma anche prodotti seriali di illustri nomi del design industriale italiano, oggetti di lusso e di uso quotidiano, che testimoniano l’evolversi degli stili artistici, del costume, della scienza, delle tecniche produttive e dell’imprenditoria dal Settecento ai giorni nostri.
Tra i capolavori, una rarissima raccolta di sculture in cera, calchi di opere dei maggiori maestri fiorentini del Settecento; repliche in scala al vero dei celebri marmi degli Uffizi; le eclettiche maioliche per le Esposizioni Universali; e le ceramiche di Gio Ponti, direttore artistico di Richard-Ginori dal 1923 al 1930.