Si concluderanno entro novembre i lavori nei cantieri di Faella e Vaggio per la mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico a Castelfranco Piandiscò (Ar). Questa conferma è emersa in occasione del sopralluogo dell’assessora all’ambiente e alla difesa del suolo Monia Monni con l’amministrazione presso i cantieri.
“E’ un lavoro innovativo – ha detto Monni -, sono molto soddisfatta e mi ha fatto piacere poter venire a vedere l’opera di persona perché in pochissimo tempo è stato realizzato un intervento non semplicissimo. Quando vengono stanziati soldi pubblici è sempre bene accertarsi come vengono spesi, e quando vengono spesi con questa capacità e con questa velocità la Regione è anche più disposta a finanziare i lotti successivi. Infatti il sindaco ci ha subito proposto di finanziare anche il secondo e terzo lotto portando a casa una disponibilità da parte della regione in questo senso. Un investimento per prevenire oggi vuol dire anche combattere i cambiamenti climatici la Regione è molto impegnata su questo fronte, stiamo realizzando il Piano per la transizione ecologica che prevede anche il Piano per la transizione energetica che avrà un impatto molto forte sul territorio e lo faremo condividendo tutti i passaggi con la popolazione.”
Insieme all’assessora Monni c’era il sindaco di Castelfranco Piandiscò e presidente dell’Unione dei Comuni del Pratomagno, Enzo Cacioli, il responsabile Unico del Progetto Simone Frosini e l’ingegnere Giovanni Massini della Protezione civile regionale.
I lavori
Il Borro di Rantigioni a Faella, principale immissario del torrente Faella nei pressi dell’omonimo centro urbano del Comune di Castelfranco Piandiscò, ha rappresentato finora la principale fonte di rischio idrogeologico presente sul territorio dell’Unione dei Comuni del Pratomagno.
Il Rantigioni negli anni passati è stato la causa del verificarsi di numerosi e frequenti episodi alluvionali che hanno interessato il centro abitato, ultimo e rilevante fu l’alluvione del 2013 che ha coinvolto oltre 200 nuclei familiari con gravi danni alle abitazioni e disagi a persone e attività pubbliche e produttive.
Nel 2017 con un provvedimento emesso dall’apposita conferenza dei servizi su finanziamento Regione Toscana DADS2015, è stato approvato il progetto preliminare dell’intero intervento, composto da tre distinti lotti, inerente i “Lavori per la mitigazione del rischio idrogeologico del borro di Rantigioni”.
Con procedimento autorizzativo della apposita conferenza dei servizi del 17/03/2020, è stato approvato il progetto esecutivo del primo lotto. I lavori, la cui realizzazione è affidata all’ Unione sono ormai giunti a un buon livello di esecuzione, e termineranno prevedibilmente nel mese di novembre 2021. L’intervento è stato finanziato dal piano stralcio per la riduzione del rischio idrogeologico del ministero ambiente annualità 2019 con ordinanza 102/2019.
Le criticità idrauliche riscontrate sono principalmente dovute alla presenza di numerose strutture puntuali (attraversamenti carrabili per l’accesso a proprietà private) che interferiscono con il regime idraulico; tutto il reticolo idraulico si presenta con repentini cambi di sezione, che danno origine a brusche variazioni della velocità della corrente con conseguente formazione di depositi ed erosioni di materiale d’alveo. La situazione attuale è ulteriormente aggravata dalla presenza del tratto tombato urbano che risulta fortemente inefficiente e con una capacità di deflusso delle tubazioni in opera molto inferiore ai valori di piena attesi.
Per migliorare l’officiosità idraulica del reticolo di interesse sono stati previsti una serie di interventi, puntuali e diffusi, sul Fosso di Rantigioni e sul suo affluente di destra, finalizzati alla mitigazione del rischio idraulico riscontrato. Anche l’abitato di Vaggio è stato interessato da vari episodi alluvionali, il principale dei quali nell’ottobre 2013 ha causato significativi danni alla zona industriale e residenziale a seguito dell’insufficienza idraulica del tratto terminale di un fosso collinare/campestre, che attraversa – tombato – la zona edificata. Il tratto in tombamento, realizzato in epoca remota, prima dell’evento alluvionale ha generalmente svolto il suo compito di far confluire le acque collinari fino al Torrente Resco, sottoattraversando l’abitato. Solo in qualche occasione ha indotto modesti fenomeni di allagamento circoscritti all’area agricola circostante l’imbocco.