L’intervista allo scrittore toscano Sacha Naspini che racconta il suo ultimo libro appena pubblicato per Edizioni e/o: “Villa del Seminario”.
Il romanzo svela una pagina nera e scabrosa della nostra memoria, sconosciuta ai più.
Grosseto fu l’unica diocesi in Europa ad aver stipulato un regolare contratto d’affitto con un gerarca fascista per la realizzazione di un campo di internamento. A Roccatederighi tra il ’43 e il ’44, nel seminario del Vescovo di Grosseto, Monsignor Galeazzi, furono rinchiusi un centinaio di ebrei italiani e stranieri destinati ai lager di sterminio. Trasferiti Prima a Fossoli e poi ad Auschwitz.
Da questo fatto storico nasce il romanzo “Villa del Seminario”, una storia d’amore, riscatto e Resistenza.
Maremma toscana, novembre ’43. Le Case è un borgo lontano da tutto. René è il ciabattino del paese. Tutti lo chiamano Settebello, nomignolo che si è tirato addosso in tenera età, dopo aver lasciato tre dita sul tornio. Oggi ha cinquant’anni – schivo, solitario, taciturno. Niente famiglia. Ma c’è Anna, l’amica di sempre, che forse avrebbe potuto essere qualcosa di più… René non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi. Poi ecco la guerra, che cambia tutto. Ecco che Settebello scopre la Resistenza.
Possibile che una rivoluzione di questo tipo possa partire addirittura dalla suola delle scarpe?