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Un podcast racconta la storia delle Officine Tipografiche Stianti

Negli anni ’60 oltre 400 persone lavoravano nella Tipografia Stianti dove venivano stampati i libri delle più importanti case editrici. Oggi, al posto dello stabilimento c’è un grande parcheggio e un complesso residenziale, per recuperare la memoria e l’importanza di questa realtà per il paese di San Casciano Val di Pesa arriva un progetto della casa editrice Chiria

Avvicinatevi alla vostra libreria, prendete il primo libro che vi capita a tiro, meglio se con le pagine un po’ ingiallite, e guardate da chi è stato stampato. Probabilmente troverete questa dicitura “Stampato nello stabilimento tipografico F.lli Stianti di San Casciano Val di Pesa (Firenze)“. Le Officine Tipografiche Stianti sono state un’azienda leader nel settore tipografico italiano e, nella seconda metà del ‘900, contava più di 400 dipendenti. Oggi però le Officine non ci sono più e se guardiamo verso Borgo Sarchiani, la storica via dov’era la tipografia, mentre entriamo nel paese di San Casciano Val di Pesa, vediamo un importante edificio residenziale, un parcheggio su più piani e il capolinea del servizio di trasporto pubblico che una volta era la Sita e ora è Autolinee Toscane. Della storia e del ruolo che le Officine hanno avuto per questo territorio se ne sono perse le tracce. In soccorso alla memoria di San Casciano arriva il podcastStianti: la tipografia che scelse la Val di Pesa per conquistare tutta Italia scritto e diretto dalla casa editrice Chiria – Chianti Editoria che ripercorre le vicende di questa azienda e di come dalla fine dell’800 ai primi del novecento si è trasformata da bottega di paese a grande realtà industriale. Insieme ad Andrea Ciappi, direttore editoriale di Chiria e autore del podcast, abbiamo approfondito il progetto, come è nato e questa è la nostra intervista.

Come è nata l’idea di creare questo podcast?

Nasce dalla volontà di rinnovare una memoria che si è persa un po’ nel tempo. Parlando, soprattutto con la parte più giovane del paese di San Casciano, ci siamo accorti che in pochissimi conoscevano la storia della tipografia Stianti. Anzi conoscono il fatto che adesso c’è un quartiere e un parcheggio a più piani coperto ma della tipografia, nonostante sia stata una delle più importanti del Novecento, nessuno quasi ne conosceva l’esistenza stessa. Lavorando nell’editoria ci siamo chiesti cosa potessimo fare per far conoscere questa storia ai più giovani. Così abbiamo scelto il podcast perché ci sembrava il modo migliore per avvicinare questa parte di popolazione più giovane.

Ognuna delle sette puntate che compongono il podcast è dedicata ad approfondire un aspetto della tipografia e del piccolo mondo che vi ruotava intorno. Dal ruolo della donna alla sirena che scandiva la vita in paese.

Avremmo potuto fare scelte diverse, anche sui tecnicismi, su come funziona una tipografia o sul rapporto con le case editrici. Abbiamo, però, optato per una narrazione sull’empatia che c’era tra la tipografia, le persone e il paese stesso. Come del resto era all’epoca, quando la tipografia era in attività muoveva tutto San Casciano, negli anni sessanta erano oltre quattrocento le persone che ruotavano intorno allo Stianti.

Quanto è stato complesso ricostruire la storia e raccogliere le informazioni e le testimonianze?

Per quanto riguarda le interviste, non tutte le persone che abbiamo contattato hanno voluto partecipare. Le persone che hanno poi partecipato lo hanno fatto con grande entusiasmo perché insomma sono molto affezionate alla tipografia. Mentre per i materiali è stato cruciale l’archivio, soprattutto fotografico, della biblioteca comunale di San Casciano e dell’associazione La Porticciola. Ci ha permesso di farci un’idea noi stessi, non avendo mai potuto vedere la tipografia in attività, come vestivano gli operai e le operai, dei macchinari. Fondamentale è stato poi “L’urlo della lupa” di Lucia Paoli, unica memoria scritta sulla tipografia Stianti. Più che altro ci siamo basati sulle parole delle persone che ci hanno lavorato e che hanno avuto un rapporto diretto con la tipografia. Di fatto era quello che a noi interessava: dare voce a coloro che la tipografia l’hanno vissuta, respirata e ne hanno ascoltati i rumori.

San Casciano è cambiato nel tempo, prima le Officine davano quasi una sorta di “benvenuto” a chi entrava in paese, ora se ne sono perse le tracce se non per un busto e una targa in memoria di Francesco Stianti.

Lo scorso anno il Comune di San Casciano ha aperto un bando per finanziare opere culturali che avessero un legame con il territorio. Abbiamo presentato il progetto del podcast e abbiamo vinto il bando. Tutto questo nasce da una domanda che ci siamo fatti, nella tipografia era conservata una copia di ogni libro che è stato stampato, ora tutti questi materiali sono andati perduti e così abbiamo voluto recuperare la memoria della tipografia.

Ci sarà una seconda stagione?

Il podcast si conclude con questi sette episodi ma il progetto va avanti. A breve andremo a ristampare il primo numero de L’Eco della Val di Pesa, settimanale che la tipografia Stianti iniziò a fare nel 1897. Usciva tutte le domeniche e qui venivano raccontati i fatti che accadevano nel territorio della Val di Pesa e nelle zone limitrofe. Il nostro obiettivo è quello di ristampare il primo numero, conservato solo negli archivi della biblioteca nazionale, e mantenere così vivo un reperto storico a cui andremo ad aggiungere un nostro piccolo scritto con degli estratti dal podcast e per spiegare il nostro progetto sulla tipografia Stianti.

Questo podcast è uno dei tanti progetti che state portando avanti con la casa editrice

L’editoria è un mondo strano ed è un mondo che in Italia, negli ultimi anni, ha anche avuto problemi con le vendite. Per questo motivo, ma soprattutto perché ci piace sperimentare, portiamo avanti progetti di natura diversa dalle pubblicazioni di libri. Siamo l’unica casa editrice di genere vario del Chianti fiorentino e cerchiamo, con i nostri progetti, di risvegliare nel nostro territorio la voglia di scrivere e leggere da parte dei nostri concittadini. Le pubblicazioni e i progetti diversi come il podcast necessitano di tempo e di mesi di lavoro, ma stiamo andando avanti piano piano, ci divertiamo tanto e ci togliamo un po’ di soddisfazioni visto il riscontro stesso che le persone hanno nei nostri confronti, con parole e interesse per un catalogo che piano piano si sta riempiendo e l’apprezzamento verso questi progetti.

 

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