I fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono in arrivo, i progetti da avviare stanno per essere messi nero su bianco. L’obiettivo è non perdersi tra i rivoli burocratici e soprattutto non lasciare nessuno indietro. In gioco c’è il rilancio della Toscana. Il primo incontro in Regione Toscana ha di fatto avviato un metodo di lavoro. Il presidente della Regione Eugenio Giani ha convocato la Giunta al completo, il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, gli uffici regionali, i sindaci dei capoluoghi e i presidenti di Provincia. È il primo di una serie, ne seguirà un altro il 6 novembre con tutti i 273 sindaci e poi il 15 novembre con i parlamentari toscani.
Oggi a Palazzo Strozzi Sacrati di Firenze hanno risposto tutti all’appello di Giani. Assenti solo il sindaco di Firenze, Dario Nardella (a Vienna per una missione istituzionale) sostituito dal direttore generale del Comune, e il sindaco di Lucca che ha mandato un suo delegato. “Hanno partecipato la grandissima maggioranza di sindaci e presidenti di Provincia della nostra regione – ha detto Giani – e hanno parlato tutti i nostri otto assessori dando le indicazione di come le sei missioni si esprimono in linee di finanziamento che in Toscana hanno già raggiunto concretezza per almeno 1,5 miliardi. Al di la delle diverse forze politiche, maggioranza e opposizione è stato un dibattito costruttivo, molto concreto”.
Si parla di microprogetti diffusi sul territorio, che richiedono quindi un coinvolgimento diretto degli enti locali. Non saranno grandi infrastrutture (vedi le grandi strade), come precisa il presidente Giani: “Il Pnrr impedisce di poter sostenere spese per le strade, quindi né la Fi-Pi-Li, né la Tirrenica. L’unica strada che è possibile finanziare è a 1,5 miglia dal mare ed è a supporto dei porti, come il collegamento dal porto di Piombino alla connessione di Gagno. Per i grandi interventi infrastrutturali stradali dobbiamo trovare altre risorse”.
Sei le missioni del Piano: innovazione, infrastrutture, lavoro, istruzione e sanità. E poi grande attenzione verrà riservata all’ambiente e alle energie rinnovabili, ma qui si apre un fronte che necessita di un confronto chiaro con il Governo. “Ce ne siamo accorti questa mattina – spiega Giani – ne cito una per tutte: da un lato l’ambiente ci chiede fonti rinnovabili e questo significa fotovoltaico ed eolico. Però vediamo che rapportandoci a quanto indicato dal ministero, ovvero 25 km quadrati di pannelli fotovoltaici, ecco che l’ambiente toscano ci dice: ma dove? nelle superfici coltivate? Qui vedo la necessità di una legge che identifichi il metodo per studiare quali sono le superfici adatte salvaguardando l’altro profilo dell’ambiente. Se da un lato c’è la necessità di produrre energia rinnovabile, dall’altro c’è la necessità di poter tutelare un paesaggio unico”.
Il ruolo dei Comuni nel rilancio dei territori
“Il coordinamento con la Regione è importante per intercettare i fondi del Pnrr, un’occasione imperdibile per il rilancio dei nostri territori. Il lavoro di una cabina di regia che abbia piena operatività garantisce una migliore sinergia”, ha detto Matteo Biffoni, sindaco di Prato e presidente Anci Toscana. Per supportare gli enti locali nella gestione e semplificazione delle procedure relative ai settori di intervento si provvederà a breve a creare anche un pool composto da 53 professionisti. Ma i fondi da soli non bastano. “Dobbiamo però ribadire che le risorse non sono sufficienti da sole per concretizzare i progetti – ha aggiunto – I Comuni hanno bisogno di personale e soprattutto di iter più snelli: altrimenti tutto questo rischia di rimanere solo una lista di buone intenzioni. Se davvero il temine è il 2026, i tempi che noi impieghiamo per mettere a terra le opere sono piuttosto stretti. Se ci mettiamo in media quattro anni per costruire una scuola, voglio vedere come riusciamo a chiudere i progetti per ospedali, infrastrutture, impianti per il riciclo dei rifiuti”. Incognite che verranno affrontate per tempo, intanto l’obiettivo è correre il più possibile.