“Noi da oggi al 2026 possiamo portare in Toscana 8 miliardi di euro tra fondi Pnrr, fondi strutturali, bilancio ordinario della Regione e progetti bandiera”. È quanto ha dichiarato Deborah Bergamini, sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, parlando a Firenze a un evento organizzato dalla Regione Toscana sul Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). L’incontro di lavoro – il terzo sul Pnrr – si è svolto nel saloncino del Teatro della Pergola, dove il presidente della regione Eugenio Giani, la giunta e i tecnici della Regione hanno incontrato i parlamentari della Toscana.
La progettazione
“Una somma enorme che potrà consentire alla Toscana di realizzare progetti di modernizzazione”
“Si tratta di una somma enorme che potrà consentire, se saremo bravi e se lavoreremo tutti insieme, a molti Comuni e alla Regione di fare progetti di modernizzazione in campo digitale, infrastrutturale, sanitario e scolastico lungamente attesi dai nostri concittadini” ha aggiunto Bergamini. Per il sottosegretario “i prossimi 5-6 mesi saranno fondamentali perché saranno quelli in cui usciranno i bandi dei ministeri ai quali potranno partecipare i Comuni con i loro progetti. Più lavoriamo insieme tra Governo ed enti territoriali e più saremo competitivi nel partecipare a questi bandi”.
Gli esperti
Dal Pnrr, ha poi precisato Bergamini, potrebbero arrivare in Toscana 4 miliardi. Bergamini ha poi confermato l’arrivo di 53 esperti in Toscana a supporto degli enti locali. “Tanti Comuni hanno limitate capacità progettuali – ha aggiunto – quindi servono risorse umane e stanno per arrivare mille esperti che dal Governo saranno distribuiti tra le Regioni italiane. In Toscana ne arriveranno 53 specializzati proprio nella progettualità del Pnrr. Stiamo anche continuando a semplificare le procedure, che sono un altro ostacolo al raggiungimento del piano obiettivo, lo abbiamo fatto con il decreto semplificazioni e altre semplificazione sono in arrivo ora. Il terzo aiuto è l’interlocuzione crescente con il Governo. Sarà istituita una struttura tecnica di missione dedicata al supporto ai Comuni per la loro progettualità all’interno del ministero degli Affari regionali”.
L’importanza di “fare squadra”
Fare squadra e creare, come l’ha definita Giani, una ‘santa alleanza’ tra Regioni e parlamentari per cercare di portare a casa il massimo delle risorse e dei progetti dal Pnrr. A beneficio dello sviluppo e della ripresa della Toscana.
Giani ha dapprima illustrato le varie articolazioni del Pnrr e delineato lo stato dell’arte riguardo ai progetti già collocati nel piano stesso. Successivamente ha ascoltato i vari interventi dei parlamentari per raccogliere suggerimenti e sollecitazioni. “Ho notato uno spirito costruttivo che ha animato tutti i partecipanti” ha detto al termine il presidente. “Siamo tutti consapevoli di dover fare squadra perché l’obiettivo comune è portare più risorse possibili in Toscana perché il Pnrr possa essere volano di investimenti capace di attivare una modernizzazione in termini di servizi, infrastrutture e nuove opportunità per la ripresa e lo sviluppo”.
“A novembre 2020 – ha aggiunto Giani – abbiamo approvato il piano strategico regionale. Poi nel corso del 2021 si è verificato un progressivo spostamento della governance a livello del governo. Oggi questa centralizzazione è avvenuta nelle mani della cabina di regia che risiede presso il governo. Il Piano si articola in 6 missioni e 16 componenti, con qualcosa come 197 linee di finanziamento. Se non facciamo squadra per capire chi decide, come si decide e chi approva i progetti, rischiamo di avere una disaggregazione che può tradursi in bassa competitività. Anche io mi sono adeguato, concentrandomi sulla necessità di ottenere il maggior numero di risorse per far approvare più progetti possibili per la Toscana. Occorre una ‘santa alleanza’ tra Regioni e parlamentari per avere, in ciascuna delle 197 linee di finanziamento, qualcuno sul quale poter contare per spingere progetti e ottenere risorse attraverso l’interlocuzione con i vari livelli di governo, al di là della parte politica”.
La richiesta più forte emersa nel corso dei vari interventi è stata la necessità di fare raccordo. “Questa modalità di approccio – ha detto ancora Giani – è un metodo che vorrei consolidare: da un lato la Regione, con il ruolo di coordinamento e di traduzione dei bisogni effettivi dei territori; dall’altro chi siede in Parlamento, che è in grado di pesare sulle scelte del governo per riuscire a portare risorse per i progetti. Come progetto bandiera avevamo individuato quello relativo al contrasto dell’erosione costiera che coinvolge le cinque province che si affacciano sul mare. Un problema intensificato dai cambiamenti climatici e che è sempre più sentito. E’ un’idea, per ora. Occorrerà ascoltare anche quello che emergerà in proposito in consiglio regionale”.