Si stima che ogni anno, dai fiumi europei, finiscano in mare più di 600 milioni di rifiuti galleggianti; otto oggetti su dieci sono di plastica e il 40% del materiale arriva al mare già frammentato. Per arginare questo fenomeno e contribuire a ridurre l’inquinamento dei nostri ambienti, nel Padule di Fucecchio prende il via un nuovo progetto che vede la collaborazione di Regione Toscana, Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno e Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni dell’Università degli Studi di Pisa.
L’iniziativa nasce per intercettare e rimuovere le plastiche galleggianti prima che arrivino al mare e salvaguardare sempre più le meravigliose oasi che la natura ci offre. Questo sistema, già sperimentato in passato nella pianura pisana, prevede l’installazione di barriere che intrappolano e raccolgono il materiale spinto dalla corrente. Ciò darà una mano fondamentale per la supervisione dei corsi d’acqua della Toscana.
Barriere per intrappolare macroplastiche
“Le plastiche dei nostri fiumi finiscono nei mari, si deteriorano, diventano frammenti molto piccoli e vanno a impattare sulla catena alimentare e interferiscono con gli ecosistemi, provocando gravi danni anche per la salute dell’uomo – ha spiegato Monia Monni, assessora all’Ambiente della Regione Toscana –. Raccogliere le plastiche dai fiumi ci consente oltretutto di riciclarle perché sono ancora in uno stato per cui è possibile farlo”.
“Abbiamo già installato qualche barriera in via sperimentale in questo territorio e ne installeremo tre all’interno del cratere del Padule di Fucecchio, nel canale di immissione. In via definitiva, saranno realizzate con materiali che provengono dal Padule, come legno di alberi caduti. Sono materiali – ha continuato l’assessora – che bene si inseriscono anche all’interno del contesto paesaggistico del Padule di Fucecchio che è una tra le più importanti zone umide della Toscana e del Centro Italia”.
Un sistema che non interferisce con la vita del fiume
Tale sistema non interferisce con la vita del corso d’acqua, non reca danno alla flora e alla fauna e inoltre è progettato per restare in posizione per il lungo periodo. Resta operativo durante le piogge ordinarie grazie a un sistema di ancoraggio, realizzato tramite funi, su dei pali infissi sulle sponde e sul letto del corso d’acqua.
Il galleggiante non è invasivo, tiene conto della stagionalità del corso d’acqua e permette inoltre lo scorrimento libero delle acque senza alterarne la portata e la velocità, così come il passaggio degli animali acquatici e dei detriti fluviali naturali, che afferiscono al mare alimentando le coste.
Il sistema è altamente efficace per le plastiche galleggianti, sfrutta il basso peso specifico di questi oggetti per intrappolarli senza essere invasivo per i materiali naturali semi sommersi, per flora e fauna.
Un progetto della durata di due anni
“Si tratta di un progetto della durata di due anni che vedrà stanziati circa 68 mila euro, di cui 17mila a carico della Regione Toscana, altri 17 mila a carico del Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni dell’Università di Pisa e 34 mila a carico del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno – ha spiegato Maurizio Ventavoli presidente del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno -. Il progetto prevede la messa a punto di un sistema di sbarramento – idoneo per la riserva naturale Padule di Fucecchio – con l’immissione di tre barriere per bloccare le plastiche galleggianti, posizionate anche a rotazione per permettere la navigabilità dell’area“.
Il contributo dell’Università di Pisa
“Il progetto – ha sottolineato Stefano Pagliara, docente alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa – prevede l’analisi del bacino del Padule di Fucecchio, del movimento delle plastiche e lo studio scientifico dei metodi per intercettare e rimuovere le plastiche galleggianti e si articola in tre punti. Il primo prevede lo studio idraulico del bacino per inquadrare i movimenti delle plastiche e sperimentare la barriera più idonea. Nel laboratorio di Idraulica DESTEC Pisa è stato studiato un prototipo per la raccolta selettiva delle plastiche, costituito da una barriera in polietilene che intrappola e raccoglie il materiale galleggiante e semi affondato che si muove spinto dalla corrente“.