Il 17 gennaio si celebra il World Pizza Day. In questo giorno ricorre la festa di Sant’Antonio Abate, patrono dei pizzaioli. Dal 2017 la ricorrenza ha assunto un sapore particolare: si ricorda il riconoscimento de “L’Arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano” a patrimonio culturale dell’umanità dell’Unesco.
La Toscana è tra le regioni con il maggior numero di pizzerie Tre Spicchi, il massimo riconoscimento attribuito dal Gambero Rosso ai migliori pizzaioli. La regione ha saputo interpretare la tradizione della pizza in chiave toscana sposando all’arte bianca il meglio dei prodotti Dop e Igp.
La Toscana va in pizza
Si è da poco concluso il progetto “La Toscana va in pizza“, promosso dalla Regione. Un’iniziativa che ha visto dialogare e collaborare i maestri dell’arte bianca di Pizza&Peace con i rappresentanti dei consorzi del Made in Tuscany.
Nel corso del progetto “La Toscana va in pizza“, sono state pianificate le visite dei pizzaioli alle aziende che producono prodotti Dop e Igp in Toscana. Incontri che hanno visto i maestri dell’arte bianca visitare ad esempio il salumificio artigianale Renieri a Poggibonsi o il caseificio Busti all’Acciaiolo.
“Un’occasione -sottolinea il direttore del consorzio Pecorino Toscano Dop Andrea Righini, portavoce del progetto- per conoscere le singole realtà e poter così raccontare l’eccellenza dei prodotti che poi finiscono sulle pizze. Stiamo valutando di coinvolgere anche qualche chef, forse stellato”.
Attraverso i canali social sono state raccontate storie e peculiarità dei prodotti toscani e delle singole pizzerie. Un modo per conoscere e apprezzare questo spaccato di Toscana. L’occasione per valorizzare al meglio il lavoro svolto dai produttori e dai pizzaioli.
La collaborazione tra consorzi e pizzaioli
La collaborazione tra consorzi e pizzaioli ha rinsaldato rapporti già esistenti e ne ha creato di nuovi. Così che sempre più i maestri dell’arte bianca, aderenti a questa iniziativa, sono diventati ambasciatori del Made in Tuscany. Insomma le creazioni dei pizzaioli sono diventata strumento per promozione e valorizzazione dei prodotti tipici certificati.
Ne è convinto Francesco Seghi, direttore del consorzio della Finocchiona Igp, prossima a sbarcare sul mercato Usa. “La pizza è l’emblema del Made in Italy e per noi che stiamo lavorando per una sempre maggiore presenza sui mercati esteri l’abbinamento è da coltivare. Ristorazione e pizzerie sono un punto d’approdo importante” spiega.
Il consorzio della Finocchiona tra le ricette proposte per la valorizzazione del prodotto Igp ha inserito molte proposte legate alla pizza e alcune portano la firma di Tommaso Vatti (Tre Spicchi Gambero Rosso) della pizzeria La Pergola di Radicondoli.
Tra le proposte di Vatti compaiono: Pizza bianca con Finocchiona IGP, porcini spadellati all’aglione della Valdichiana, misticanza d’insalata, miele; Schiacciata ripiena di Finocchiona IGP, crema di ceci, mozzarella fior di latte, miele, scorza d’arancio grattugiata e radicchio variegato; Pizza bianca con Finocchiona IGP, stracciatella, Pecorino Toscano DOP grattugiato, miele.
Ricette compaiono anche sul sito del consorzio Pecorino Toscano Dop: dalla Pizza con zucchine e Pecorino Toscano Dop alla pizza margherita con Pecorino Toscano Dop e alla pizza in padella con peperoni e Pecorino Toscano Dop. La dimostrazione di quanto la collaborazione consorzi-pizzaioli sia da potenziare sempre di più.
Il consumo di pizza in Toscana
Quattro toscani su 10 preparano la pizza in casa molto spesso utilizzando per l’impasto farine speciali e selezionando ingredienti gourmet. In pizzeria, invece, la più amata è la variante napoletana (43%) secondo un recente sondaggio online di Coldiretti Toscana. La versione all’italiana si ferma al 31% e la pizza alla romana al 5%.
Nelle cucine degli agriturismi di Campagna Amica si fanno inoltre strada le prime esperienze di pizze contadine preparate con materie prime agricole di qualità e in base alla stagione. valorizzando i prodotti dell’orto e le coltivazioni tradizionali.
Tutti i numeri della pizza
La pizza genera un fatturato che supera i 15 miliardi di euro, sottolinea uno studio di Coldiretti. L’occupazione nel settore riguarda più di 100.000 lavoratori a tempo pieno, 200.000 nei fine settimana. Ogni anno in Italia vengono prodotte 2,7 miliardi di pizze pari a un consumo annuo di 200 milioni di chilogrammi di farina, 225 milioni di chilogrammi di mozzarella, 30 milioni di chilogrammi di olio d’oliva e 260 milioni di chilogrammi di salsa di pomodoro.
Nel mondo gli Stati Uniti detengono il primato dei consumi con 13 chilogrammi pro capite all’anno, in Europa sono gli italiani a guidare la classifica, con 7,8 chilogrammi annui[/mark+. Seguono gli spagnoli con 4,3 chilogrammi, i francesi e i tedeschi con 4,2, i britannici con 4, i belgi con 3,8, i portoghesi con 3,6 e gli austriaci, che con 3,3 chilogrammi annui, chiudono la classifica.