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Pitti Uomo, oltre 750 brand nel segno della sostenibilità all’edizione 103

In Fortezza da Basso non solo moda: arredamento, vintage e mondo degli animali. Superduper presenta la collezione di cappelli con Jovanotti

Pitti_Reflections

Lifestyle e outdoor, il mondo dell’arredamento e le proposte per cani e gatti. Con un occhio attento alla sostenibilità. Pitti Uomo riparte con tante novità dopo le ultime edizioni condizionate dalla pandemia. L’edizione 103 sceglie il tema Pittiway per esprimere la voglia di ripartenza e di allargare gli orizzonti. L’appuntamento con la moda maschile è alla Fortezza da Basso di Firenze dal 10 al 13 gennaio.

Pitti registra un incremento, seppur minimo, delle presenze. Sono 789 brand, di questi 311 provengono dall’estero (40% del totale). Nell’edizione di giugno scorso erano 640. La novità è che Pitti Uomo sceglie di ampliare la propria offerta e punta sul settore ‘lifestyle‘.

Al tradizionale appuntamento con le anteprime Autunno-Inverno 2023-24 delle collezioni uomo, la fiera aggiunge la sezione ‘I go out‘. Nel nuovo spazio sono proposti l’abbigliamento outdoor e due nuove aree speciali: the Sign, sul mondo dell’arredamento, e PittiPets con l’offerta per gli animali.

Oggetti e complementi di arredo possono contare su un nuovo spazio, tutto per il design, alla Sala delle Nazioni). Per prima volta Pitti offre una selezione di 15 brand di abbigliamento, accessori, prodotti per la cura degli animali alla Polveriera.

Vintage Hub in scena negli spazi del Lyceum offre un’accurata selezione degli archivi vintage. Una serie di capi iconici che attraversano il tempo e le mode.

In questo momento non facile, ma anche creativo, innovativo, diverso, i saloni Pitti Immagine saranno una bussola per definire nuove direzioni – spiega Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine -. In Fortezza ci saranno linee, frecce, curve, inversioni su cui surfare per andare veloci“.

Brand e designer si presentano a Pitti Uomo

A Palazzo Antinori, invece, Pierre-Louis Mascia (famoso per i suoi collage utilizzati per creare intricati motivi stampati) presenterà un’installazione con i tessuti realizzati da Achille Pinto. Un modo per celebrare i 15 anni di partnership. Ci sarà poi una presentazione del brand gotico Vain. Una speciale installazione proporrà le due anime di Chateau Orlando: da una parte abbigliamento, dall’altra home decor. Bikkembergs svelerà il nuovo concept store ideato per le prossime aperture di monobrand. Tre i progetti speciali di Holubar per celebrare i 75 anni.

I progetti green per l’ambiente

Poi i progetti ‘green’: Ecoalf mostrerà la propria linea composta al 60% di tessuti monomateriale, caratteristica che consentirà agli abiti che la compongono di essere facilmente riciclati, e lo svizzero Windsor lancerà una speciale capsule di maglieria in cashmere riciclato.

Il comparto moda sopra i livelli pre-Covid

Il menswear italiano nel 2021 ha registrato un +15,2%. Secondo le stime elaborate dal Centro Studi di Confindustria Moda sulla base delle indicazioni provenienti dalle indagini campionarie interne nonché sulla base dell’andamento congiunturale del quadro macroeconomico di riferimento, la moda maschile italiana dovrebbe archiviare il 2022 a 11,3 miliardi di euro, (+20,5%). Il comparto ha così superato i livelli pre-Covid (10,1 miliardi di euro).

Pitti Uomo – © AKAstudio-collective

Da gennaio a settembre 2022 l’export di menswear segna un +26,3% con 6,5 miliardi di euro, mentre l’import (+47,9%), per un totale di 5,2 miliardi circa.

Il mercato UE copre il 46,3% dell’export totale di settore, mentre l’extra-UE risulta il maggior “acquirente”, assorbendo il 53,7%. Per le importazioni +32,5% per il mercato UE e +60,2% per l’area extra-UE.

La Germania (+24,9%) si è assicurata l’11,2% del totale esportato: è la principale destinazione. Seguono la Francia, che mette a segno una crescita del +31,1% e la Svizzera, principale hub logistico-commerciale del lusso (+15,8%). Tali mercati assorbono ciascuno circa l’11% dell’export di moda uomo.

I flussi verso gli USA, quarto mercato, salgono a 608 milioni di euro (+70,9%). La Cina si mantiene al quinto posto (+17,4%). Il Regno Unito, in sesta posizione, torna in territorio positivo (+17,4%). Seguono Spagna e Paesi Bassi, rispettivamente +29,4% e +39,5%.

Tra i primi 15 “clienti” della moda maschile in controtendenza Hong Kong (-6,6%) e Russia (-18,8%).
In crescita, ognuno con un’incidenza di circa il 2,0% del totale di settore: Polonia (+34,1%), Austria (+31,2%) e Belgio (+15,0%).

I principali mercati del menswear italiano hanno superato del +17,1% (954,5 milioni di euro in più in termini assoluti) il periodo pre-Covid. Restano al di sotto: il Regno Unito (-37,3%), e il Giappone (-14,0%).

Tutti gli altri mercati hanno recuperato i valori pre-pandemia: tra gli exploit la Germania (+35,9%), la Francia (+37,5%) e la Svizzera (+23,9%). Da segnalare la Corea del Sud (+82,5%) e i Paesi Bassi (+45,2%).

In merito alle vendite oltre confine, la camiceria maschile risulta best performer (+41,2%); le cravatte (+32,4%). Seguono il vestiario esterno (+26,8%), la maglieria (+23,7%) e l’abbigliamento in pelle (+23%).

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