La moda sta vivendo un momento “di transizione”, dicono da Pitti presentando l’edizione numero 107 del salone invernale delle collezioni maschili autunno/inverno 2025 in programma dal 14 al 17 gennaio alla Fortezza da Basso a Firenze. Un convinto ottimismo per un settore che vive un “momento difficile” – non nasconde il problema presidente Antonio De Matteis – “ma c’è sempre una via d’uscita”.
Con questo spirito il capoluogo toscano si prepara ad accogliere 786 brand, di cui il 45% esteri e due guest designer come Satoshi Kuwata, con il primo fashion show del suo marchio Setchu, e il grande ritorno di MM6 Maison Margiela con una collezione maschile creata solo per Pitti.
Sarà un’edizione che dovrà fare i conti con numeri del settore in calo, certo, e la pressione data dall’incertezza internazionale che non fa bene ai mercati. Nuove sfide, dunque, e cambiamenti in atto. “Noi di Pitti Immagine non possiamo limitarci a osservare – dice l’ad Raffaello Napoleono – dobbiamo darne un’interpretazione, tradurla in scelte di mercato e contenuti di comunicazione, anche rischiando”.
“Fire”, il fuoco a Pitti Uomo 107
Il tema di questa edizione sarà “fire”, l’elemento del fuoco che ispirerà anche gli allestimenti in Fortezza da Basso. “Il riconoscimento della forza generativa di questo elemento primo”, commenta Agostino Poletto, direttore generale Pitti Immagine. “Il fuoco riunisce e scalda i corpi e le anime, attrae l’attenzione e segnala la direzione, serve a giocare, a meravigliare, a ispirare, a fondere vecchie idee e abitudini e a forgiarne di nuove. Come fa la moda. Faremo scintille, accenderemo desideri, metteremo a fuoco problemi e proposte. Come fa sempre Pitti Uomo”.
L’allestimento in Fortezza da Basso, curato da Alessandro Moradei, si preannuncia coinvolgente. Sul piazzale centrale verrà acceso un “falò digitale in cui le fiamme saranno rese da video e lettering in un ipnotico gioco visivo. Il Lyceum diventerà invece il regno di Mangiafuoco, tra favola e realtà, per stupire e giocare insieme”.
La campagna “I’m on fire” per Pitti Uomo è stata interpretata dal fotografo Andrea Ariano: “quattro ritratti maschili fiammeggiano restituendo a chi guarda un’ immagine emozionale, calda e sensuale”.
Il viaggio nella moda maschile
Il salone sarà come sempre suddiviso in sezioni: Fantastic Classic, Futuro Maschile, Dynamic Attitude, Superstyling e I Go Out. Non sarà solo moda, come sempre, ma accessori, design e arte.
La novità di quest’anno sarà dedicata alla sezione “running”, come anticipa l’ad Napoleone. “Abbiamo poi deciso di dedicare un’attenzione speciale alla cultura del running come fenomeno di integrazione orizzontale di una comunità ideale, non solo di consumo”.
I numeri del settore
La moda maschile italiana, nei primi sette mesi del 2024, come indicano i dati Istat, registra un andamento non univoco tra import ed export. Le vendite estere relative al periodo gennaio-luglio 2024 si sono mantenute in territorio positivo, pari al +2,7% per 5,5 miliardi di euro. Al contrario, sul fronte import, nei primi sette mesi dell’anno in corso, mostra un calo medio del -10,1%, scendendo a 3,6 miliardi di euro.
Con riferimento agli sbocchi commerciali, s sia le aree UE sia quelle extra-UE si siano rivelate favorevoli per il comparto, crescendo rispettivamente del +1,5% e del +3,8%. Nel caso delle importazioni, dalla UE proviene il 49,8% della moda maschile in ingresso, mentre l’extra-UE garantisce il 50,2%. Entrambe le aree registrano un calo delle importazioni.
La prima destinazione del made in Italy è risultata la Francia, che mette a segno un aumento a doppia cifra del +11,1%. Poi, la
Germania (con una quota del 9,8%), che mostra una flessione del -3,5%; seguono gli Stati Uniti, con un’incidenza sull’export di comparto pari al 9,6%. La Cina, grazie ad una crescita del +37,2%, sale in quarta posizione, seguita dalla Spagna, che registra un incremento del 1,2%.
Guardando ai prodotti, si assiste ad una performance positiva generale ad eccezione dell’export di cravatte, in calo del 6,1% rispetto ai primi sette mesi del 2023. L’abbigliamento in pelle registra l’aumento maggiore (+8,9%), seguito dall’abbigliamento confezionato e dalla camiceria, che crescono del +3,7% ciascuno. Relativamente all’import, tutti i prodotti registrano variazioni negative, ad eccezione dell’abbigliamento in pelle, che si muove in controtendenza, con un +4,7%.