La maglieria regina alla stazione Leopolda. Da oggi, 2 febbraio, per due giorni torna Pitti Filati, l’appuntamento più atteso per tutti coloro che si occupano di filatura che porta a Firenze stilisti e buyer nazionali e internazionali, con aziende che arrivano da Gran Bretagna, Turchia e Giappone.
Una manifestazione in grado di anticipare il futuro. In questa edizione numero novanta, infatti Pitti Filati muoverà i primi passi dentro il metaverso. Pitti Studios, il servizio di produzione di contenuti per espositori lanciato lo scorso giugno, partendo da soli 30 cm di filo, darà vita ad una versione animata e 3D del capo finito. Ad indossarlo sarà un avatar all’interno di una vera e propria sfilata virtuale in un ambiente, anch’esso virtuale, ispirato alla stazione Leopolda. Sarà possibile insomma “vedere” il capo finito senza prima doverlo produrre, solo grazie a trenta centimetri di filo scansionati.
Innovazione e creatività sono dunque le parole chiave di questa edizione invernale di Pitti.
Nella piazza antistante, ad accogliere gli espositori una speciale installazione con 78 capi di maglieria, che rappresentano le collezioni finali e i progetti Industry dei giovani designer del Master, “Knitwear Parade”, realizzati in collaborazione con le principali aziende del settore.
Un evento nella manifestazione a sostegno della filiera del made in Italy, con le sue aziende di maglieria, filati, laboratori e tutti coloro che promuovono il “saper fare” e l’artigianalità italiana. Come sempre infatti sono tanti gli espositori con una lunga storia alle spalle perché tradizione e innovazione possono essere – e lo sono – due facce della stessa medaglia. Tra queste, per restare in Toscana, possiamo citare l’azienda “Filati Naturali” che insieme a Pecci Filati portano in Leopolda la produzione di un polo produttivo d’eccellenza, quello pratese, nella produzione di filati, incarnando l’esperienza ed ereditando i valori di una delle aziende più storiche di Prato: il Lanificio Pecci che vanta oltre un secolo di imprenditoria. Punto di riferimento del distretto laniero anche Industria Italiana Filati, una realtà nata nel 1897 portata avanti dalle generazioni della famiglia Lucchesi che con il tempo ha avviato anche la produzione di tessuti eco, attenti all’ambiente e altamente tecnologici, esportando in tutta Italia ma mantenendo la lavorazione a Prato.
E se si parla di sostenibilità non si può non citare Alpes Manifattura filati, azienda di Bassano del Grappa che ha recentemente presentato un filato in misto lana merinos biodegradabile al 100%: una volta conferita in discarica, si degrada in 5 anni, decomponendosi in biomassa e biogas. Quelle citate sono solo alcune delle aziende che saranno presenti nella suggestiva cornice della Stazione Leopolda fino a venerdì, 4 febbraio, tra conferme e novità in totale sono 80 gli espositori, 60 di filati e 20 produttori di macchine speciali, tra queste Shima Seiki, azienda giapponese, grazie alla quale i filati entreranno nel metaverso.