È Gian Alfonso Pacinotti in arte Gipi il protagonista della mostra estiva di Palazzo Blu a Pisa. Gipi è un talento poliedrico e uno dei maggiori protagonisti della scena culturale italiana. La mostra, dal titolo ‘Gipi. Storie d’artista’, sarà aperta dal 14 giugno al 13 ottobre e proporrà un’ampia selezione di tavole originali, oltre novanta disegni, da alcuni dei suoi maggiori successi come Esterno notte, La terra dei figli, unastoria, Appunti per una storia di guerra. Una selezione di opere, a cura di Giorgio Bacci, che permette di entrare nel mondo creativo dell’artista.
Per il quinto anno consecutivo il ciclo delle esposizioni artistiche estive di Palazzo Blu è dedicato alla grafica d’artista. Gipi è un fumettista, ma è anche scrittore, illustratore e regista. Nel corso degli anni ha ricevuto numerosi premi in prestigiosi concorsi letterari e artistici di caratura internazionale, dal Premio Goscinny (e Miglior Libro) al Festival di Angôuleme del 2006 per Appunti per una storia di guerra, segnalato anche dalla rivista «Lire» come uno dei 20 migliori libri del 2005, al premio Max und Moritz sempre del 2006 per Gli Innocenti (miglior libro straniero al Festival del fumetto di Erlangen), fino al premio Micheluzzi come miglior disegnatore al Festival Comicon di Napoli, vinto nel 2004 con Esterno Notte e nel 2005 con Questa è la stanza; è stato poi nominato Magister per l’edizione del 2019.
L’inclusione della graphic-novel unastoria nei dodici finalisti del Premio Strega, nel 2014, segna uno spartiacque nella critica contemporanea: per la prima volta un fumetto viene segnalato per ricevere un premio di natura prettamente letteraria. La vicenda sottolinea una delle caratteristiche precipue di Gipi: oltrepassare i confini prestabiliti e seguire l’istinto di una sperimentazione continua, diventando anche il regista di alcuni film d’autore presentati con successo al Festival del Cinema di Venezia (nel 2011 L’ultimo terrestre e nel 2018 Il ragazzo più felice del mondo).
“Sfogliando i suoi libri, a colpire il lettore o l’osservatore sono prima di tutto la qualità grafica e la capacità narrativa dell’artista, capace di sviluppare un’ampia e delicata tastiera stilistica: dall’acquerello al gesso, dalla matita al pennarello, dall’olio all’acrilico, impiegando formati e supporti diversi” ha dichiarato il curatore della mostra Giorgio Bacci.
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