La Calcolatrice elettronica pisana (Cep) ha 60 anni, festeggia la ricorrenza il 13 novembre 2021 con il convegno “1961: l’anno che cambiò l’informatica italiana”, organizzato dall’Università di Pisa nell’ambito degli appuntamenti di Internet Festival 2021. L’evento si tiene al Polo Congressuale Le Benedettine (Piazza S. Paolo a Ripa d’Arno, 16 – Pisa). Dietro questa invenzione si nasconde una storia avvincente. A raccontarla prima nel romanzo ‘I ragazzi che scalarono il futuro’ e poi nel recente saggio storico ‘ELEA 9003. Storia del primo calcolatore elettronico italiano’ è stato Maurizio Gazzarri che ama definirsi un archeologo informatico. Nato a Volterra, laurea in Informatica e master in Big Data Analytics and Social Mining, lo studioso pisano si è avvicinato per curiosità e passione alle vicende della Calcolatrice elettronica pisana, raccogliendo materiale e informazioni con l’università di Pisa, musei e istituzioni culturali e poi direttamente in Olivetti. Ha avuto la fortuna di poter intervistare alcuni dei protagonisti di quell’avvincente avventura scientifica e imprenditoriale.
“All’inizio ho pensato a scrivere un romanzo – racconta Gazzarri – che poi ho sottoposto a validazione secondo un metodo scientifico: l’ho fatto passare al vaglio di docenti di storia dell’informatica e testimoni di quel periodo. A quel punto avevo una tale quantità di materiale che in seguito ho deciso di scrivere anche un saggio”. Tra le testimonianze spicca quella di Giuseppe Cecchini, 97 anni, che dopo aver lavorato dal 1954 al 1961 a Pisa ha fatto carriera in Olivetti. E’ una delle voci attraverso le quali Gazzarri ha ricostruito gli anni in cui Pisa era davvero la culla dell’informatica. “Dal primo nodo Internet al primo corso universitario di informatica tutto trae origine dal rapporto dell’università di Pisa con l’Olivetti e dalla nascita di quella prima calcolatrice” puntualizza Gazzarri che non manca di sorprendersi che ancora in tanti in città ignorino l’esistenza a Barbaricina del laboratorio di ricerche avanzate nel campo dell’elettronica dell’azienda di Ivrea.
Tra i protagonisti di questa storia italiana colpisce la figura dell’ingegnere italo cinese Mario Tchou, figlio di un diplomatico presso la Santa Sede, purtroppo uscito di scena pochi giorni prima della presentazione della Calcolatrice elettronica pisana al presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. “Fu capace di reclutare una squadra di giovani coesi e capaci di lavorare in gruppo. Chi lo ha conosciuto lo ricorda per la grande capacità di ascolto e l’umanità, le capacità e le intuizioni geniali. Ho ad esempio scoperto che già nel 1955 con il figlio di Olivetti, Roberto avevano ipotizzato l’utilizzo dei transistor. Una lungimiranza incredibile la loro” conclude Gazzarri.
Ricordi e testimonianze di quella fase sono poi confluite in un progetto “Pionieri dell’informatica. Uomini e donne all’alba della rivoluzione digitale”, promosso dal Museo degli Strumenti per il Calcolo dell’Università di Pisa e realizzato a cura di Nanof e Acquario della Memoria. Si tratta di alcune testimonianze audiovisive dei protagonisti dell’epoca che hanno dato vita a sei podcast su Spotify: oltre a Gazzarri hanno collaborato al progetto la studiosa Elisabetta Mori, il regista Lorenzo Garzella e il professore Fabio Gadducci. I diritti del romanzo di Gazzarri sono poi stati acquistati dalla casa di produzione 11 marzo: non è esclusa quindi la trasposizione cinematografica. Insomma della Calcolatrice elettronica pisana e dell’ingegnere Mario Tchou si continuerà ancora a parlare a lungo.