In Toscana ad oggi sono 265 le pietre d’inciampo a ricordare altrettante persone deportate nei campi di sterminio e mai più tornate. Un progetto che di anno in anno sta crescendo e che presto potrà contare su un centro documentazione a Empoli.
Su queste iniziative si farà il punto sabato 13 gennaio, alle ore 10.30, nella Sala maggiore della biblioteca comunale Renato Fucini a Empoli. L’appuntamento “Pietre della Memoria: condivisione di esperienze sulle Pietre d’Inciampo in Toscana” vuole essere l’occasione per parlare del valore della memoria e della sua difesa.
A intervenire la sindaca di Empoli, Brenda Barnini, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e Alessio Mantellassi, presidente del consiglio comunale di Empoli con delega in materia di Cultura della memoria e partecipazione.
Memoria, un centro di documentazione
L’iniziativa si tiene a gennaio, mese della Memoria, e vuole essere l’inizio di un progetto che proseguirà alla Casa della Memoria: la struttura di via Livornese 42 diventerà infatti centro di documentazione del progetto delle Pietre d’Inciampo e delle storie dei deportati.
La documentazione conterrà una scheda informativa del progetto, le biografie dei deportati con annesse foto, storie e testimonianze dei parenti, documenti storici dei campi di sterminio e una mappa interattiva dove si potranno vedere le ubicazioni di tutte le pietre nel territorio. Il tutto a cura della volontaria del progetto “A Futura Memoria!” del Servizio civile universale. Un patrimonio che sarà disponibile sia online che in formato cartaceo.
Empoli, sempre più luogo della memoria
“Rendere Empoli il luogo di incontro per le amministrazioni aderenti al progetto Pietre d’inciampo è senza dubbio significativo, come lo è rendere la nostra Casa della Memoria un luogo di studio della storia della deportazione – evidenzia la sindaca Brenda Barnini – E’ coerente con la storia e i valori della nostra città, insignita dal Presidente della Repubblica nel 2018 della medaglia d’oro al merito civile. La nostra città è capitale morale dell’antifascismo, si è spesa con i suoi uomini e le sue donne per la difesa della democrazia e della libertà, a costo di fare i conti con vittime e dolore. Siamo convinti che ancora oggi sia fondamentale continuare a impegnarsi perché i diritti di ognuno siano riconosciuti e garantiti”.
In questa ottica, il Comune di Empoli porta avanti anche il progetto Investire in democrazia in collaborazione con le scuole e con le associazioni del territorio. “Di anno in anno, ci permette di riflettere concretamente e attraverso linguaggi differenti sul valore della storia come guida per le nostre scelte, presenti e future, insieme a giovani e giovanissimi. Conoscenza e consapevolezza sono la strada da percorrere”conclude la sindaca Barnini.
Un monito per le future generazioni
“Il progetto Pietre d’inciampo serve a onorare il ricordo di chi è stato deportato e ha trovato la morte nei campi di concentramento nazisti ma anche a essere da monito per il futuro – spiega Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana -Va reso merito alla città di Empoli di aver fatto nascere un Centro di documentazione e la Casa della memoria. Questi luoghi saranno importantissimi per le giovani generazioni, che qui potranno approfondire pagine fondamentali della nostra storia”.
In questo filone si inserisce il convegno che per Giani “rappresenta solo l’avvio di un progetto il cui fine è tenere vivi i valori di inclusione, democrazia, rifiuto dei totalitarismi, che contraddistinguono l’Italia democratica sorta dalla Resistenza e dalla sconfitta del nazifascismo”.
Pietre d’inciampo per onorare il ricordo
“Parlare di memoria non significa ricordare qualcosa di archiviato, significa conoscere fatti e vicende e imparare da essi – sottolinea Alessio Mantellassi, presidente del consiglio comunale con delega in materia di Cultura della memoria e partecipazione – Da anni portiamo avanti con convinzione il progetto delle Pietre d’inciampo, uno strumento per onorare il ricordo di chi è stato deportato ma anche per far incontrare a ognuno di noi, semplicemente camminando per strada, pagine di storia che è fondamentale conoscere. Ecco quindi che questo convegno e la nascita di un centro di documentazione nella nostra Casa della Memoria rappresentano due opportunità da cogliere. Per non dimenticare e per comprendere a fondo il significato della democrazia e della libertà. Il più grande errore che potremo compiere e che non dobbiamo fare oggi è dare questi valori per scontati, svuotandoli della loro storia”.