La Casa dell’Agronomo di Pianosa riapre al pubblico. Dopo tre anni di restauri ha una nuova veste: museo e infopoint. L’edificio risale alla metà dell’800, quando fu istituita la colonia penale agricola: oggi è la vetrina della biodiversità dell’isola.
Grazie al restauro dell’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano l’immobile ha una nuova funzione: ospita le attività del Parco Nazionale e lo spazio espositivo dedicato alla storia e alle risorse naturalistiche di Pianosa.
Un edificio dallo stile eclettico
Costruita quando alla guida del carcere di Pianosa c’era il direttore Ponticelli tra il 1871 e il 1881 la Casa dell’Agronomo è tra gli edifici più pregevoli per lo stile eclettico. E’ stata realizzata con blocchi di pietra locale e mattoni provenienti da una vecchia fornace in loco. Si compone di due piani fuori terra e un corpo centrale costituito da una torre.
Il percorso di visita del museo
All’ingresso sono allestiti la biglietteria e il guardaroba. Il piano terra è dedicato alla storia di Pianosa: nella prima sala, l’agronomo Ponticelli accoglie in video i visitatori. Attraverso pannelli si ripercorre la storia agricola di Pianosa e della colonia penale. Senza dimenticare le emergenze geologiche, archeologiche e architettoniche.
Ai piani superiori viene illustrata la natura dell’isola con un plastico interattivo: una sala è dedicata al Santuario Internazionale per la Protezione dei Mammiferi Marini “Pelagos”. All’ultimo piano alcuni pannelli sulla fauna di Pianosa. Allestita una sorta di postazione per il birdwatching dove osservare le riproduzioni di esemplari di avifauna e ascoltarne il canto.
Al piano terra verso l’uscita una sezione dedicata ai fondali dell’isola: attraverso la proiezione di video subacquei il visitatore compie un’immersione virtuale nel mare di Pianosa. Un mare che in passato ha registrato l’avvistamento della foca monaca.
Pianosa, l’impegno della Regione Toscana
La fine dei lavori e l’inaugurazione dell’immobile sono stati un momento di festa per tutto l’Arcipelago Toscano e in primis per l’Ente Parco. Dopo il restauro la Regione Toscana è impegnata a far conoscere quest’angolo incontaminato dell’Arcipelago toscano, come ha sottolineato il presidente della Regione. Si vuole rilanciare Pianosa come perla dell’Arcipelago. Ribadire il ruolo centrale a livello di promozione turistica della Casa dell’Agronomo.
Un turismo sostenibile per Pianosa
L’edificio è stato recuperato grazie ad un progetto dell’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano, cofinanziato dal ministero dell’Ambiente. La sfida, secondo il presidente della Regione, è quella di richiamare investitori pubblici e privati. L’obiettivo ètrasformare Pianosa in un polo di attrazione per un turismo sostenibile, di qualità, limitato, se necessario, a numero chiuso.
Non c’è bisogno di andare alle Seychelles, ha detto il presidente, per trovare un patrimonio naturalistico di bellezza sconfinata. Con questa consapevolezza la Regione intende proporre al pubblico la straordinaria ricchezza dell’isola. E lo farà, come ha spiegato il presidente, anche chiedendo all’agenzia del Demanio un altro immobile, da trasformare in un ostello. Gli ospiti: giovani, studenti e partecipanti a convegni potranno, così, apprezzare le caratteristiche e le peculiarità dell’isola.
“La ristrutturazione dell’immobile più importante di Pianosa – ha spiegato il presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, Giampiero Sammuri – si va ad aggiungere a quelle già effettuate a Villa Literno che ora ospita il centro visite del parco e la ex direzione del carcere dove è stato realizzato il museo della scienze geologiche ed archeologiche”.
Un restauro possibile con il ticket
Il recupero della casa dell’agronomo è costato intorno ai 2 milioni di euro finanziato “per più della metà dal parco stesso con i proventi del ticket richiesto per l’isola in tutti questi anni. Gli introiti del ticket ci hanno permesso di cofinanziare questo restauro”. Si apre ora un nuovo corso per l’isola e per il turismo sostenibile e responsabile a Pianosa.
La singolare origine del nome
La Casa dell’Agronomo, durante gli anni della colonia penale, ospitava al piano terra l’assistente agronomo, mentre al primo piano abitava l’agronomo: un incarico di grande importanza sull’isola vista la destinazione agricola della colonia.
Si deve all’agronomo Cusmano se la colonia è stata avviata a un modello di efficienza sotto il profilo agricolo, mentre l’altro agronomo Agostino Petri ha stabilito il record di permanenza: circa 40 anni.